Mario Monti e la concessione di Angela Merkel
Incredibilmente qualche spiraglio si sta aprendo. La cancelliera di ferro ha concesso una prima apertura all’utilizzo del fondo Salva stati per stabilizzare lo spread dei paesi più virtuosi. È un primo ammorbidimento e forse sarà anche l’ultimo, reso possibile con un ruolo di mediazione italiana svolto dal premier Mario Monti e frutto di una strategia di isolamento dell’ideologia del fiscal compact architetta da Hollande.
[ad]Con gli occhi di un osservatore italiano, anche questo dovrebbe suonare molto contraddittorio. Mario Monti in Italia subisce a cadenza bisettimanale le fibrillazioni del Pdl e rumors sempre più insistenti sulla fine della legislatura anticipata. Sui mercati non è messo molto meglio e la stampa anglosassone, particolarmente sensibile al loro sentiment, ha propagato la sfiducia che regna sulle capacità riformatrici del governo tecnico. Nonostante ciò nelle cancellerie europee il governo italiano è tornato ad avere credibilità con le sue politiche impopolari, ma estremamente rigorose sulla gestione della finanza pubblica. E con i crediti guadagnati nei primi cento giorni riesce ora ad essere determinante per gli equilibri comunitari.