USA: c’è attesa per la sentenza sulla riforma sanitaria, la ObamaCare
USA: c’è attesa per la sentenza sulla riforma sanitaria, la ObamaCare
Quella di oggi potrebbe essere una giornata fondamentale per il futuro a medio termine degli Stati Uniti. La Corte Suprema dovrebbe decidere oggi – o al più tardi domani – sulla costituzionalità della riforma sanitaria, che è da tempo il cavallo di battaglia del Presidente Obama, riforma che cambia in modo sostanziale il sistema sanitario americano, tanto da portare molti repubblicani a parlare di socialismo da parte di Obama (e lì “socialista” è un’offesa piuttosto grave e piuttosto condivisa).
[ad]I punti fondanti della riforma sono sostanzialmente tre: impone alle assicurazioni di assicurare anche chi ha una malattia cronica, garantendo sgravi fiscali ai meno abbienti ed obbligando tutti i cittadini a stipulare una polizza entro il 2014. La riforma, come detto, è uno dei cavalli di battaglia del Presidente, che intende spenderla anche in campagna elettorale, ma agli americani non piace un granché: secondo un sondaggio Ipsos per Reuters, gli americani sarebbero favorevoli (82%) all’obbligo di assicurare anche i malati cronici, ma il 61% critica l’obbligo di stipula della polizza e, nel complesso, il 56% di loro critica la legge nel suo complesso.
È quindi sul terzo punto che più si concentra l’attenzione e sul quale si fonderebbe l’accusa di socialismo rivolta ad Obama: obbligare un cittadino ad acquistare un prodotto (una polizza, nel caso) sarebbe una violazione dei diritti individuali. Inoltre, nel caso non lo facesse, verrebbe multato “alla fonte”, ovvero nella dichiarazione dei redditi, come fosse una tassa (pur non essendolo).
La Corte, oggi, si troverà a rispondere sui ricorsi di 26 Stati, ed a prendere la decisione politicamente più importante dal 2000, quando, bloccando il riconteggio dei voti in Florida, assegnò lo studio ovale a Bush Jr. La composizione della Corte – cinque membri di area repubblicana e quattro democratici – lascia pensare che per la riforma possa esserci il de profundis, ma autorevoli giornali, come il Wall Street Journal od il New York Times, delineano diversi scenari: la Corte potrebbe bocciare tutta la riforma, o approvarla tutta, ma potrebbe anche bocciare solo alcune sue parti (quelle più contestate), impegnando il Congresso a modificarla ma tenendola in vita.
Per Obama, l’approvazione della Corte Suprema sarebbe un buon viatico nella campagna per la rielezione, ma se si verificasse una qualsiasi delle altre opzioni sarebbe un duro colpo ed un successo per il suo sfidante, Mitt Romney. Curioso però, che se la Corte dichiarasse illegittima tutta la riforma, anche Romney avrebbe un problema: perderebbe un argomento su cui, come detto, gli americani sono per lo più dalla sua parte.