Dovesse seguire soltanto la collocazione nella geografia elettorale del suo consenso potenziale LCdM potrebbe andare sul sicuro. Costruire uno schieramento alternativo al Partito Democratico, imperniandolo sull’asse con l’Udc e tagliando fuori Pdl-Lega Nord capitalizzerebbe fino all’ultimo voto le simpatie che riscuote nell’opinione pubblica. Secondo un sondaggio Ipsos, divulgato stamane dalle colonne del Corriere della Sera il suo bacino di voti si allargherebbe dal 20 al 25%. Conquisterebbe la primazia fra i partiti presenti alle legislative, scalzando persino i democrats. La formula di Italia Futura – la lista civica nazionale – è molto seducente per un elettore di centrodestra, convinto magari di avere ancora una maggioranza nel paese ma totalmente staccato oramai dal berlusconismo.
[ad]La strategia dell’attendismo, però, ha allontanato la prospettiva di una discesa in campo dell’ex presidente di Confindustria. Se ne intuisce il motivo. Stare alla finestra e parlare nel frattempo con tutti, incluso Berlusconi, ha reso enigmatico il suo arrivo nell’agone politico per avversari e amici in potenza. E la politica, pure quella propensa a ricorrere ai campioni della società civile si è messa in moto. Pierferdinando Casini, specialmente, dopo la tempesta perfetta delle amministrative causata dai grillini ha pensato a scompaginare: il divorzio dal Terzo Polo e – ora – la suggestione di un patto fra moderati e progressisti per la prossima legislatura.
Si porrebbe come prosecuzione naturale dell’esperienza del governo Monti. Un fronte del “Tutti per l’Italia”, ma di centrosinistra e non per ricucire i moderati come aveva ipotizzato il direttore del Foglio Giuliano Ferrara. La strange majority dopo quella impensabile fra Pd-Pdl-Udc-Fli per sostenere le misure d’emergenza di Mario Monti.
Un contesto nel quale LcdM saprebbe di non poter raggiungere tutto il suo elettorato potenziale – perderebbe per strada molti ex berlusconiani saldamente di centrodestra. D’altro conto, il sacrificio richiesto sarebbe compensato con una contropartita appetibile: l’ingresso nel governo post-Monti e la partecipazione ad una super maggioranza in Parlamento.
Viceversa sarebbe più produttivo ai soli fini di Italia Futura un cattivo rendimento del summit e un lento logoramento del governo tecnico. Alcune dichiarazioni, come il desiderio di inserire nelle proprie liste alcuni ministri di Monti, andrebbero probabilmente rivalutate. Soprattutto, Bersani e Casini subirebbero spinte centrifughe dai loro rispettivi partiti per non presentarsi agli elettori armati dell’intenzione di perpetuare un tentativo di salvataggio malriuscito.