Srebrenica, inflitti 142 anni di prigione ai carnefici. Ma a Mladic si intitolano strade
[ad]Padre Hrista, che rientra anche tra coloro che hanno battezzato la via in questione, sostiene di “non vedere problemi nel chiamare in tal modo la strada, in quanto questa è una decisione del popolo, quello stesso popolo che è scappato da là [da Srebrenica ndr]”. Tra gli abitanti di questa strada vi è chi sostiene che tale toponomastica risalga al periodo dei bombardamenti del ’99. Nonostante non si tratti di un nome ufficiale, anche “Plan Plus” (il “google maps” serbo) riporta tale indicazione, e tra i residenti molti hanno dichiarato che vorrebbero tale indirizzo anche sulla propria carta d’identità.
Nonostante i due episodi non abbiano legame alcuno, essi sono uniti da una considerazione comune. Srebrenica e Nova Pazova, due piccolissime città, così lontane adesso ma così vicine un tempo: una tristemente famosa per un massacro, l’altra per una toponomastica “bizzarra”. Eppure, quello che esse condividono non è soltanto il richiamo ai tragici eventi della guerra, ma anche e soprattutto l’assurda riconferma di una storia che continuamente si spacca in due, in l’una e l’altra versione: quella di chi ha sofferto e quella di chi nega o giustifica tali sofferenze.
di Giorgio Fruscione