Aggressioni omofobe a Yerevan. La complicità della politica e l’ascesa dell’estrema destra.
Dichiarazioni del deputato Minasyan e ambiguità dell’ARF-D
[ad]Uno dei deputati dell’ ARF-D che ha pagato la cauzione per gli autori della distruzione del DIY, Artsvik Minasyan, ha anche difeso pubblicamente i due aggressori affermando che sono “normali” e che hanno “agito bene, nel contesto dell’ideologia sociale e nazionale”. Minasyan ha invitato i cittadini armeni a “combattere la diffusione dell’omosessualità” definendola una “minaccia per la sicurezza nazionale” e ha attaccato “Tsomak” Oganesova (rea ai suoi occhi di avere denunciato pubblicamente l’aggressione in una serie di interviste) dichiarando che sta “causando un danno morale alla società” e che persone come lei sono “distruttive per la società”.
Queste dichiarazioni hanno generato un’ondata di proteste contro l’ ARF-D tanto all’interno del paese come nella diaspora armena e i dirigenti del partito hanno finito per distanziarsi dalle dichiarazioni del deputato, ma non lo hanno espulso dal loro gruppo parlamentario. Una posizione che molti hanno giudicato insoddisfacente. Tsomak Oganesova dal canto suo ha dichiarato che sospetta che l’ARFD ha collaborato nell’attacco e ha affermato che ideologicamente la Federazione Rivoluzionaria Armena é molto vicina al fascismo (l’ARF-Dashnaktsutyun é il più antico partito armeno e conta con molti sostenitori nella diaspora. Si tratta di un partito di ideologia socialista e nazionalista che si definisce come il “Partito Socialista d’Armenia”ed é membro dell’internazionale socialista dal 1996. Nelle ultime elezioni politiche generali, celebratesi lo scorso 6 maggio, ha superato a fatica lo sbarramento del 5% ottenendo 6 seggi).
Altre dichiarazioni omofobe
Minasyan non é stato il solo a lanciarsi in dichiarazioni omofobe e a appoggiare gli estremisti, trasformandoli in veri e propri “eroi” nazionali. Eduard Sharmazanov, vicepresidente del Parlamento e deputato del governante Partito Repubblicano, si é felicitato pubblicamente degli attacchi contro gli omosessuali che, ha dichiarato,“hanno creato un antro di corruzione nel nostro paese…come cittadino armeno considero che la ribellione dei due giovani armeni contro gli omosessuali é totalmente corretta e giustificata”. Hovhannes Sahakyan, un altro membro del Partito repubblicano, ha celebrato le gesta dei due giovani definendoli dei “patrioti”. E il capo di gabinetto del “Consiglio Pubblico d’Armenia”, Hakob Barkhudaryan, ha creato persino un profilo di facebook in onore dei due.
Un’ estrema destra in ascesa
Tanto gli attacchi omofobi come le dichiarazioni dei politici e funzionari che li hanno giustificati sono indicatori, non solo della persistenza di un’omofobia molto violenta, ma anche e soprattutto del rafforzamento di un’estrema destra estremamente aggressiva. Una situazione che é stata denunciata da intellettuali e attivisti per i diritti umani. Il direttore del Regional Studies Center (RSC, si tratta di un’importante centro di studi indipendente con sede a Yerevan), Richard Giragosian, ha notato che esiste una tendenza di fondo che alimenta “l’intolleranza, il pregiudizio e il settarismo”. Le attiviste per i diritti umani Karen Hakobyan e Lala Aslikyan hanno analizzato quanto avvenuto in un’ intervista con civilnet.am. Aslikyan ha affermato che “il fascismo é giunto alle nostre porte” e ha denunciato le crescenti restrizioni alla libertà della stampa, mentre Hakobyan ha notato il moltiplicarsi di gruppi di giovani ultra-nazionalisti che alimentano l’odio contro tutti coloro che non rientrano nella loro visione dell’ armenità. Lo scrittore Christopher Atamian ha pubblicato un articolo nel quale ha denunciato la “lenta discesa nel fascismo” del paese. E il professore dell’American University of Armenia (AUA) Vahan Bournazian ha pubblicato un articolo intitolato “Sex, Choice, Fascism and the Nation” in cui allerta sui pericoli del fascismo e ricorda che coloro che incoraggiano la violenza e l’odio fanno mostra della stessa intolleranza che portò al Meds Yeghern, il Genocidio degli armeni.
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