Dialogo con il prof. Roberto D’Alimonte su legge elettorale e Grillo
*Di seguito riportiamo il testo di una breve chiacchierata con il prof. Roberto D’Alimonte docente alla Luiss, membro del comitato scientifico di Itanes, editorialista del Sole 24 ore e fondatore del Cise (centro italiano studi elettorali).
[ad]Professore partiamo dalla riforma della legge elettorale. Da mesi si discute di un possibile modifica dell’attuale sistema elettorale ma alle parole non sembrano seguire atti concreti, Lei ritiene realistico, a questo punto della legislatura, che prenda corpo un accordo tra le forze politiche in grado di modificare sostanzialmente la legge elettorale prima delle prossime elezioni politiche?
E’ molto difficile credere ad un cambiamento della legge elettorale. In particolare appare arduo andare verso un sistema maggioritario magari a doppio turno per diverse ragioni di opportunità politica che interessano sopratutto i partiti maggiori. E’ comunque possibile prevedere alcuni cambiamenti importanti ma non certo decisivi, in particolare in merito alla reintroduzione delle preferenze e alla sostituzione dei premi di maggioranza regionali, previsti per il Senato, con un premio di maggioranza nazionale come avviene per la Camera dei Deputati.
Come ha ricordato Lei la situazione politica è molto fluida ma con un elemento certo rappresentato dal fenomeno Grillo. Attraverso i vostri studi siete in grado di delineare il profilo dell’elettorato (anche potenziale) del Movimento 5 Stelle?
Sì, attraverso alcune indagine demoscopiche e attraverso l’incrocio di variabili socio-demografico siamo un grado di delineare l’identikit di una parte dell’elettorato grillino. Rileviamo quindi che Grillo ottiene molti consensi tra le fasce d’età 19-35 in maniera consistente e anche tra le persone con età compresa tra 35 3 49. Le persone anziane invece non sembrano nutrire particolare simpatia per il M5S. Inoltre la lista guidata da Grillo attira consensi di persone con un titolo di studio medio (diplomati) e alto (Laureati). Infine l’area territoriale maggiormente interessata al fenomeno Grillo appare il centro-nord e sopratutto il Nord-Est; un dato che conferma l’estrema mobilità dell’elettorato Veneto che in questo aspetto ricorda l’elettorato meridionale.
A proposito di Sud come vede il Movimento 5 Stelle nel Meridione. Le stime di voto attribuiscono a Grillo il 20% ossia una percentuale importante. Tuttavia molti si chiedono se non sia eccessivo attribuire una tale percentuale ad un partito che al Sud, come hanno messo in evidenza le ultime elezioni amministrative, ottiene percentuali molto distanti dal 20%. Lei cosa crede?
Effettivamente osservando i dati notiamo che nel Centro-Sud Grillo non va oltre il 9%. Storicamente l’elettorato meridionale, struttura le proprie scelte di voto in maniera diversa rispetto al Centro e al Nord e forse questa differenza ha limitato l’espansione elettorale di Grillo al Sud. In ogni caso da qui al 2013 la situazione potrebbe cambiare e specialmente tra gli astenuti, che al Sud sono moltissimi, il messaggio del M5S potrebbe avere successo avvicinando le lista di Grillo, al Sud, a quel 20% riportato in molti sondaggi. Inoltre considerata le decisività del Sud rispetto all’esito nazionale una crescita di Grillo in quest’area del Paese rappresenterebbe un serio problema per molti partiti.
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