Recensione de “Romanzo Criminale” di Giancarlo De Cataldo
Importanti sono anche gli accordi stretti con i servizi segreti deviati e con la Chiesa, tant’è che alla fine il Dandi deciderà di farsi seppellire nella Basilica di Sant’Apollinare dopo aver contribuito fortemente al suo restauro.
[ad]La banda diventerà sempre più forte fin quando non inizieranno a nascere i primi segni di tensione che porteranno sempre maggiori problemi al suo interno…
Romanzo Criminale ripercorre per filo e per segno la vicenda della Banda della Magliana, che terrorizzò Roma per due decenni e che ancora fa parlare di sè. La scomparsa di Emanuela Orlandi ha lasciato molti dubbi sul ruolo che avrebbe potuto avere la banda e sui suoi rapporti con la il Vaticano in quel periodo.
Con un linguaggio forte ma molto discorsivo, De Cataldo ci permette di penetrare in un tipo di organizzazione criminale che ricalca,senza però copiarla, la mafia. Una cosa impensabile in quel periodo dove la mafia si riteneva essere un problema solo della Sicilia. La fortuna della banda è dovuta anche al periodo storico in cui nasce, si organizza e si rafforza: le forze di polizia sono così impegnate a contrastare il terrorismo rosso e nero che non si rendono conto, se non quando sarà troppo tardi, di ciò che sta succedendo in città. Per la prima volta le vecchie batterie che hanno avuto le loro zone per anni stanno scomparendo, fagocitate dalla durezza e dalla forza di questa nuova banda che non lascia vivi coloro che cercano di contrastarla.
Un libro epico che racconta uno spaccato pesante della nostra storia d’Italia. Non leggerlo e non averlo nella propria libreria è un vero peccato.