Vertice europeo, tra tatticismi e giochi di squadra si gioca Germania-Italia
Nel calcio si usa spesso non dare la formazione, mescolare le pettorine di titolari e riserve, allontanare i giornalisti dai campi di allenamento. Lo si fa per non dare certezze all’avversario, per partire alla pari. La si suol chiamare “pre-tattica”.
[ad]Un po’, la strategia dei leader europei alla vigilia del summit, si avvicina alla pre-tattica di Mourinho e colleghi. Forse sarà il clima da Italia-Germania, forse la delicatezza della situazione politica (noi, a parte gli scherzi, propendiamo per la seconda), per un summit che è considerato alla stregua di un’ultima spiaggia per l’euro, ma forse mai come oggi sembra che i tecnicismi lasceranno il posto ai tatticismi, i cultori della materia agli strateghi della battaglia.
Si scontrano posizioni diverse, interessi diversi, visioni diverse che è bene ricordare sono tutte perfettamente legittime, perché inserite in contesti nazionali diversi. L’ha ben ricordato per noi oggi Giacomo Bottos, che l’Europa è stata costruita dando ben poco spazio agli idealismi di Altiero Spinelli.
È un gioco delle parti, quello che ci appresteremo a seguire, oggi e domani, dove tutti sanno che i propri destini sono reciprocamente connessi a quelli degli altri, dalla Germania alla Grecia, dall’Italia alla Spagna. Ma in ciascuno le preoccupazioni sono diverse. È crudele la Merkel? Forse, e forse anche un po’ miope, ma se la Grecia continua ad assumere dipendenti statali in barba agli accordi, forse è il caso di ringhiare più forte, perché un ravvedimento non sembri una debolezza (ché poi, un tedesco debole non rientra nell’immaginario di nessuno, in Europa).
Oggi per esempio, Monti si assegnerà il ruolo di “poliziotto cattivo” nei confronti di Frau Merkel, la minaccerà di (poco plausibili) dimissioni se non cambierà idea sugli eurobond, e condizionerà agli stessi l’approvazione in Italia della Tobin Tax – che tempo fa fu proprio l’Italia a proporre, e non è passato un secolo. Il “poliziotto buono” ha invece provato a farlo il ministro tedesco Schaeuble, che ha aperto agli eurobond a condizione di creare un superministro delle finanze europeo, salvo però fare subito retromarcia, richiamando le regole già stabilite e la necessità di un’unione anche sui bilanci. L’Unione ha già a disposizione un “raffinato strumentario”, che vanno ben sfruttati, prima di poter inventarne di nuovi. Anche perché, Frau Merkel è viva e vegeta.
Dal canto suo Hollande ha scelto per sé la posizione di mediatore, essendosi incontrato ieri con la Cancelliera tedesca – con cui ha condiviso misure per la crescita e cominciato ad intendersi per le misure sulla stabilità – e facendo ormai da tempo gioco di squadra col premier Monti.