Salva-spread, Monti mette all’angolo la Merkel

Pubblicato il 29 Giugno 2012 alle 11:53 Autore: Giuseppe Colasanto
mario monti

Monti lo stratega è riuscito dove Monti il tecnico trovava difficoltà. Monti lo stratega ha usato l’autorevolezza di Monti il tecnico per mettere all’angolo la Germania, ma anche Finlandia ed Olanda, pronte a sedersi sulla riva del fiume per vedere passare Spagna, Italia e magari anche Francia, salvandole solo all’ultimo, ma non prima di averne attirato i capitali.

[ad]Di solito l’Italia non lo fa, ma questa notte, per il tramite del Premier, ha puntato i piedi e difeso le proprie posizioni, minacciato veti, ha giocato di sponda con la Spagna, ha ottenuto la mediazione della Francia, e quel che più conta, ha portato a casa il risultato. “Base di cui discutere”, ha detto la Merkel. I tecnicismi sono rimandati a luglio, alla riunione dei ministri delle finanze, però intanto il risultato politico è stato raggiunto: “l’importante” – ha detto il Premier – “è lo sblocco mentale”.

Si è trattato fino a tarda notte, e l’agenda di Van Rompuy d’altro canto era piuttosto corposa: unione bancaria, per evitare di gravare sugli stati nazionali; unione politica, con la creazione di un ministero del tesoro europeo, e un sistema di regole cui attenersi nello stilare la finanziaria; piano per la crescita, da 130 miliardi; cessione di poteri al parlamento europeo attraverso riforme istituzionali da completare nel giro di dieci anni al massimo.

mario monti

Le misure prese serviranno a ridurre la volatilità degli spread dei paesi virtuosi, sfruttando meglio – in maniera meno di rigida di prima – gli strumenti già in vigore, gli EFSF ed ESM: a quest’ultimo è stato tolto il titolo di creditore privilegiato, che aveva portato molti investitori a vendere titoli spagnoli. I fondi potranno ricapitalizzare le banche direttamente (verrà precisato in seguito come e sotto il controllo di chi) ed intervenire sul mercato secondario per acquistare titoli di stato ed alleggerirne la stretta dei mercati, ma dovrà essere lo stato stesso – se in linea con gli accordi presi in sede UE – a farne richiesta: questo permette tra l’altro di evitare gogne come quella subita dalla Grecia, a patto che, appunto, i conti siano in ordine e i “compiti a casa” siano stati svolti.

Il Premier ha inoltre dichiarato che l’Italia non intende utilizzare le misure prese, ritiene per il momento di poter fare senza, ma in linea di principio queste nuove misure potranno essere utilissime per diversi paesi. In questo modo, è stato possibile sbloccare il voto favorevole al piano per la crescita così come predisposto da Van Rompuy.

Oggi il vertice riprende, e c’è da capire come la Cancelliera risponderà allo smacco notturno: arrivando al vertice ha infatti rilasciato dichiarazioni (“deciderà la troika”) in apparente contraddizione con quanto deciso questa notte.