Messico, domani elezioni. Sinistra favorita
– La sinistra, rappresentata dal Partido Rivoluzionario Democratico, invece di scegliere un candidato popolarissimo come Ebrard (Capo di Governo uscente del Distretto Federale, dove la sinistra continua a dominare e a essere apprezzata), ha scelto ancora una volta di correre con Andres Manuel Lopez Obrador, candidato che ha sfiorato la vittoria nel 2006 (perdendo contro Calderon del PAN per meno di un punto percentuale). Dal 2006, quando contestò platealmente il risultato delle elezioni, Lopez Obrador ha perso slancio, le sue proposte appaiono ingiallite e poco realistiche e, soprattutto, rimane difficile capire come il candidato del PRD potrebbe finanziare le varie ambiziose proposte di spesa pubblica annunciate in campagna elettorale.
Peña Nieto non entusiasma affatto l’intellighenzia del Paese e ha recentemente dato pessima prova di sé scappando (letteralmente) di fronte ad un gruppo di studenti che lo contestavano e non presentandosi qualche settimana dopo al dibattito presidenziale organizzato proprio dalla stessa rete di studenti (#yosoy123), dibattito a cui hanno invece diligentemente partecipato gli altri tre candidati.
[ad]Ciò nonostante, molti osservatori internazionali sperano che il suo governo possa includere personalità di spessore intellettuale e possa mantenere alcune delle promesse di riforma che sono state lungamente attese in Messico. Spiccano tra esse la liberalizzazione dei settori dell’energia e delle comunicazioni, finora monopolizzati rispettivamente da giganti di natura pubblica e privata.
La parola passa ora al popolo messicano. La prossima settimana segnerà l’inizio di un nuovo capitolo per il Messico, la cui prima pagina sembra essere già scritta.