Francois Fillon versus Jean-Francois Copé. L’Ump prova a riorganizzarsi partendo dai suoi due maggiori campioni rimasti in campo. La sconfitta di Nicolas Sarkozy a maggio, confermata nettamente dall’onda rosa alle elezioni legislative di due settimane fa, ha contribuito ad archiviare una leadership molto coesiva per i conservatori francesi dopo aver liquidato cinque anni fa la parabola presidenzialista di Jacques Chirac e della sua schiera.
[ad]Il congresso per i gollisti, fissato in autunno, consiste forse nel momento più delicato nella storia della destra francese in tutta la quinta repubblica. La candidatura alla presidenza del partito, ovviamente, per la cultura politica dei gollisti è la palestra ideale per preparare la scalata all‘Eliseo fra cinque anni. A patto di trovare un leader carismatico e con doti da grande stratega.
Non è questo il caso dell’Ump ai giorni nostri. Così la pensa ad esempio Alain Juppé, un vecchio leone della politica francese, ministro con Sarkozy ma primo ministro con Chirac, che ha annunciato in queste ore di riporre le sue velleità di guidare la riscossa del suo partito.
Lanciando al tempo stesso un monito a tutti gli aspiranti presidenti. “Ho il vantaggio di non essere in corsa per le presidenziali del 2017 – ha premesso dinanzi ai microfoni di Europe 1 il più navigato fra gli esponenti gollisti in circolazione –. Ho proposto a Copé e Fillon di parlare insieme, perché non bisogna andare ad eleggere un capo carismatico, ma un’équipe”. Composta da presidente, vicepresidente e segretario del partito – nei progetti di Juppé – ai quali andrebbero aggiunte personalità di grande esperienza come Fillon e Copé.
La sua è quasi una stecca nel corso rispetto alla piega che stanno prendendo le prime manovre congressuali. E, a fronte della duplice disfatta, nell’Ump albeggiano istinti molto sarkozysti. Copé ha fatto il segretario generale finora e si prepara a fare il presidente dopo anni di forte imprinting del teorico della rupture. Fillon, reduce dal lavoro di primo ministro negli ultimi 5 anni della presidenza gollista, nel momento stesso in cui annuncia la sua candidatura si vanta di competere in maniera sarkozysta, cioè col piglio di un decisionista senza ammettere tentennamenti o ripensamenti. Intanto incassa l’appoggio di molti fra i suoi ex ministri.
Fillon e Copé sono i frunt runner del congresso e quasi lascerebbero supporre che fuori dall’ottica della continuità con Sarkozy l’Ump non abbia molta voglia di andare. Se non fosse che a queste candidature si sono già contrapposte quelle di Francois Baiorn, Xavier Bertrand e Bruno Le Maire. Il quadro si fa molto ingarbugliato e consente a Juppé di tirarsi indietro e di giocare la parte del saggio del partito: “Non aggiungiamo altra confusione alla confusione in atto”.