Aria di (vertici) europei, le squadre si posizionano in campo

Pubblicato il 6 Luglio 2012 alle 18:38 Autore: Giuseppe Colasanto

Potrebbero lasciare l’euro. La loro bandiera è bianca e blu. Ma sono pochi ad aver aperto ristoranti tipici nel nostro paese (per quanto i loro piatti tipici li consigliamo), la loro musica popolare è la Carelia, e non ballano il sirtaki. Ah, non hanno sfidato la Germania agli europei e nei vertici internazionali ci vanno molto d’accordo.

Insomma, non sono i greci, ma i finlandesi. In un nostro articolo dei giorni scorsi abbiamo parlato di come il vertice che si sarebbe tenuto a Bruxelles in quei giorni sarebbe stata una partita di alleanze, fatta di giochi di squadra e strategia.

 

[ad]Il paese nordico, insieme all’Olanda, gioca da tempo nella squadra capitanata da Frau Merkel, ne condivide tanto i valori di fondo quanto le strategie da attuare. Soprattutto, ha obiettivi politici ed economici parzialmente sovrapponibili a quelli teutonici. Non ha un ruolo di guida, non potrebbe averlo con una popolazione che è poco più della metà di quella lombarda, e quindi non ha da badare alle ripercussioni internazionali delle sue scelte, cosa che invece porta il governo della cancelliera – talvolta – a più miti consigli. È un Paese che investe moltissimo in ricerca ed innovazione, che pensa ai suoi anziani non solo con il tipico welfare nordico, ma anche finanziando le start up che innovano nel settore dell’elderly care. È un Paese che punta ad attirare a sé investimenti e cervelli in fuga, attraverso condizioni vantaggiose e “stabilità” che noi mediterranei non riusciamo più a fornire, per cui se il sud Europa non ce la fa, pazienza.

Come la Germania, anche la Finlandia nel vertice della scorsa settimana ha dovuto fare delle concessioni all’asse Monti-Hollande-Rajoy, in particolare sullo “scudo anti spread”. Già ad inizio settimana il Premier Jyrki Katainen (di centrodestra) aveva sollevato obiezioni postume all’accordo raggiunto, ma aveva sollevato reazioni anche del Presidente Barroso, che all’EuroParlamento aveva ammonito che nessun Paese, sottoscrivendo gli accordi, aveva perso.

Oggi è stato il ministro delle finanze, Jutta Urpilainen (leader socialdemocratica) ad avanzare la prospettiva dell’uscita finlandese dal sistema monetario comune: “la Finlandia non resterà legata all’euro a qualsiasi costo e ci prepariamo a tutti gli scenari possibili”, ha detto ad un quotidiano locale. Il Paese non vuole pagare per il debito degli altri.

Come già prima del vertice europeo, anche questa volta il ministro delle finanze tedesco Schauble ha rilasciato delle dichiarazioni concilianti, sull’impegno comune, sulla necessità di una maggiore unione politica, ed ha dichiarato che il fallimento dell’euro sarebbe stato un fallimento per tutti, oltre che un dramma di ampie proporzioni.

Le coincidenze lasciano pensare, che non si stia per assistere ad una nuova partita di uno sport di squadra, tra pochi giorni all’EcoFin.