Napolitano: “Riformare la legge elettorale anche a maggioranza”
Fine dei rinvii e dei tentennamenti. Il presidente della repubblica Napolitano ha chiesto stamane ai presidenti dei due rami del Parlamento, Fini e Schifani di dare seguito alle promesse finora procrastinate di riformare – una volta per tutte – il porcellum.
[ad]Nella missiva ricorda l’impegno preso dai partiti fin da gennaio di quest’anno per dare al paese un nuovo sistema elettorale. Si tratta in buona sostanza di superare le odiate liste bloccate, che hanno creato un Parlamento a forte rischio di delegittimazione in quanto i membri sono stati scelti nelle ultime due elezioni interamente dalla segreterie di partito.
L’accordo sul principio, vede però una divaricazione netta fra i contraenti di un’eventuale riforma al momento di scriverne i contenuti. Rendendo vano anche l’invito di Napolitano a procedere ad una revisione della legge agendo a colpi di maggioranza.
Ma da chi dovrebbe dare, in teoria, il maggior contributo per mettere su la coalizione per la riforma proviene l’ammissione di due visioni differenti. Pierferdinando Casini, leader dell’Udc ieri in due tweet ha dato ragione allo sfogo popolare contro il porcellum: “La gente è stanca e vuole scegliere i parlamentari, basta meline. Andiamo subito in Parlamento e votiamo la legge elettorale alla luce del sole. Al Pdl e al Pd dico: ciascuno si assuma le responsabilità delle proprie scelte”.
Scelte differenti evidentemente non solo fra Pd e Pdl, ma fra lo stesso Pd e i centristi. In casa Bersani il superamento del Parlamento dei nominati si lega ad un concetto di reintroduzione del collegio uninominale, che raccoglie però lo scetticismo di Pierferdinando Casini propenso alla reintroduzione delle preferenze.
Fatto sta che tra le denunce di fare melina mosse oltre che da Casini dal democrat Arturo Parisi e da Antonio Di Pietro in queste ore si intravedono solo dichiarazioni d’intenti, manca la proposta di una legge elettorale modificata in grado di far convergere una maggioranza bipartisan.