Monti: “escludo una mia candidatura dopo il 2013”

Pubblicato il 10 Luglio 2012 alle 19:12 Autore: Giuseppe Colasanto
mario monti

“Nemo propheta”, verrebbe da dire. Il governo italiano in patria è sempre alle prese con i distinguo della sua maggioranza, con problemi dei suoi ministri, con dichiarazioni strabordanti delle parti sociali. In Europa invece gode di alta credibilità e – soprattutto da quando ha creato un asse con Hollande – macina successi diplomatici nei confronti soprattutto del partner tedesco e dei suoi alfieri (Finlandia ed Olanda).

 

[ad]Questa dicotomia è alla base del problema della prosecuzione del suo lavoro oltre il 2013. Se dall’opposizione, una possibile ricandidatura del premier o una possibile Grosse Koalition all’italiana è vista come il fumo negli occhi, nella maggioranza l’idea è rilanciata spesso e trasversalmente: da Casini e Fini, ma anche da vari esponenti del Pd. In particolare nelle ultime ore, esponenti di spicco tra cui Follini, Morando, Cabras, hanno esortato il proprio partito a dire basta alle ambiguità ed a proseguire la portata riformatrice del governo in carica nel 2013. Lo stesso Monti, appena ieri commentando le dichiarazioni di Squinzi affermava che il motivo della pressione dei mercati sul nostro tesoro sia dovuta non tanto alle misure prese “oggi”, quanto alle preoccupazioni per “domani”, per l’instabilità e la presunta incapacità dei partiti e dei movimenti a mantenere fede agli accordi siglati con la comunità europea.

mario monti

Oggi però è lo stesso Monti a ribadire – una volta di più – che non ha intenzione di rimanere in carica oltre il termine di questa legislatura. E l’ha fatto rassicurando tutti che chi verrà dopo di lui collaborerà efficacemente con le istituzioni internazionali per risolvere la crisi e rilanciare l’economia comunitaria, e rispetterà le decisioni prese in tema di vigilanza bancaria unificata.

Le sue parole hanno fatto seguito a quelle del Presidente Napolitano, che, dalla Slovenia, rassicurava che le forze sociali italiane sono consapevoli della gravità della situazione, ed avranno  anche dopo il 2013 un comportamento adeguato, così come le forze che oggi costituiscono la maggioranza in Parlamento e domani daranno seguito agli impegni di risanamento presi in questi mesi.