La concertazione? un male. anzi no: la replica di Bersani a Monti

la concertazione secondo bersani

La concertazione? Fa bene, parola di Pier Luigi Bersani, oggi segretario del Pd, cinque anni fa autore di liberalizzazioni su più settori. È la risposta all’attacco di ieri del Premier Monti a questa pratica sindacale, ritenuta dal premier una delle fonti di lentezza del Paese.

 

[ad]Il Premier, infatti, parlando davanti alla platea dell’Abi, aveva rivolto un giudizio molto severo sul metodo concertativo, affermando che “esercizi profondi di concertazione in passato hanno generato i mali contro cui noi combattiamo e a causa dei quali i nostri figli e nipoti non trovano facilmente lavoro”. Il riferimento è chiaro, ed è rivolto a tutte quelle riforme che nel passato hanno prodotto un aumento della spesa pubblica, ma anche a quelle, come la Riforma Dini del 1995, che introducendo il sistema contributivo per i giovani (ancora fuori od appena entrati nel mercato del lavoro), non ha avuto lo stesso coraggio nei confronti delle generazioni precedenti. Non l’aveva mai detto così espressamente, ma fondamentalmente è una posizione coerente con l’impostazione avuta fin dall’inizio del suo governo: ascoltare tutti, decidere da soli.

Immediata era arrivata la replica dei segretari confederali, con la Camusso che  secondo lei il Premier parlava di cose che non conosceva: “vorrei ricordargli” – ha affermato – “che l’ultima concertazione nel nostro Paese è quella del 1993. Un accordo che salvò il Paese dalla bancarotta, con una riforma delle pensioni equa, al contrario di quella fatta dal suo Governo”. Ed aveva anche approfittato a lanciare una frecciatina al premier – cooptato senza aver vinto elezioni, quando invece i sindacati concorrono democraticamente alla rappresentanza dei lavoratori.

Ma il timore principale di Cgil e parte del Pd era che il Premier non avesse intenzione di provocare strappi tra il principale sindacato italiano ed il secondo partner per numero di parlamentari della maggioranza Montiana.

Ecco quindi che la replica è arrivata, e non già da un “giovane turco”, ma dal segretario in persona, per dare forza ed autorevolezza alla posizione di vicinanza nei confronti dei sindacati: per i confederali la concertazione è quasi una ragione sociale, che li distingue dagli autonomi e dai comitati di base, più inclini alla rottura con le istanze padronali e governative; e per il Paese, secondo Bersani (che lo dice per esperienza diretta), la concertazione è il modo migliore per fare riforme che siano durature ed efficaci.