Nuova grana per Alemanno: dopo Parentopoli, la rinuncia montiana alle Olimpiadi, la vicenda delle tende per i terremotati emiliani (il Sindaco portò in Emilia un campo inadeguato e non funzionale), i problemi quasi quotidiani della nuova Metro B1, ed il famoso sms di Giorgia Meloni (“dopo Alemanno il Pdl a Roma non vince manco se candida Gesù Cristo”), oggi un esponente di rilievo del PdL capitolino, vicepresidente del consiglio comunale, è stato arrestato.
[ad]Un Sindaco che appena quattro anni fa, spazzando via la stagione quasi ventennale di centro-sinistra nella Capitale, sembrava lanciatissimo anche in chiave nazionale, è ormai sempre meno candidabile anche “solo” per il Campidoglio, figurarsi per la leadership nel centrodestra.
La vicenda di oggi, come dicevamo, è una vicenda giudiziaria che coinvolge Samuele Piccolo, vicepresidente del consiglio comunale, uomo dalle (quasi) dodicimila preferenze. Sempre stato un gran collettore di voti, a 25 anni ne ottenne più di ottomila, a 27 costituisce una propria corrente nel Pdl e comincia ad occuparsi della periferia romana e soprattutto delle generazioni più anziane (organizzò una “Festa dei Nonni” con diecimila partecipanti). È addirittura Cavaliere, per nomina dell’ambasciata somala presso il Vaticano.
Oggi invece è soprattutto un indagato per appropriazione indebita, associazione a deliquere (con suo padre, sua madre, suo fratello ed un’altra decina di persone) e finanziamento illecito ai partiti, relativi tra l’altro alla sua ultima campagna elettorale, quella dei dodicimila voti. A differenza di suo fratello, che si trova a Rebibbia, lui è agli arresti domiciliari.