Grecia, campi di concentramento per immigrati. Il volto scomodo della crisi.

Pubblicato il 17 Luglio 2012 alle 19:43 Autore: EaST Journal
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Il nuovo governo greco, capeggiato da Antonis Samaras di Nea Democrazia, ha ottenuto la fiducia dal parlamento di Atene con 179 voti a favore su 300, è costituito da una coalizione che comprende il partito del primo ministro, sostenuto da Dimar e Pasok; le prime dichiarazioni recitano:“L’obiettivo del governo è quello di garantire il posto della Grecia nell’area dell’euro. La Grecia non chiede l’elemosina, non chiede sconti”. Tra le grandi riforme, oltre alle privatizzazioni, il nuovo governo intende dovrà anche prendere provvedimenti nei confronti dell’ondata di xenofobia e di violenza, sempre più preoccupante nella penisola ellenica, o piuttosto intenderà continuare il programma di costruzione di “campi di concentramento” per immigrati clandestini?

[ad]La posizione del governo al momento risulta poco chiara. Da un lato esso condanna, almeno a parole, le spedizioni punitive dei nazionalisti di Alba Dorata come gli scontri di Patrasso del 22 maggio o le minacce dei giorni scorsi ai danni di commercianti stranieri nel centro di Atene, oppure le innumerevoli aggressioni ad immigrati o cittadini di etnia non greca, da parte sempre dei chrisìavghites. In risposta a tali avvenimenti è arrivata la condanna solo dei democratici del Dimar che affermano : “Le brigate meccanizzate e le minacce contro gli immigrati sono una vergogna per la democrazia, lo Stato e la legge non possono rimanere indifferenti agli attacchi razzisti contro gli immigrati.

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Durante la campagna elettorale per le elezioni di maggio non pochi sono stati i riferimenti contro l’immigrazione da parte dei leader candidati. Ne è una dimostrazione quello che era cominciato come un grande strumento di propaganda, poi trasformatosi in realtà: la comunicazione dell’apertura di 30 “campi di accoglienza per immigrati” (dovrebbero diventare 50 entro il 2013, secondo fonti della polizia) , poi subito ridefiniti “campi di detenzione per immigrati clandestini”, almeno stando alle parole dell’allora ministro per la sicurezza dei cittadini, il socialista Michalis Chrisochoìdi. Il primo ad essere aperto è stato quello di Amygdaleza, a circa 30 km da Atene, con l’intento di recludervi un numero iniziale di circa 200 o 300 immigrati, per farlo salire successivamente a 1200, capienza che dovrebbe avere ogni campo, ricavato da strutture militari dimesse o, come in questo caso, dalla adiacente scuola di polizia. Le condizioni di vita nel campo non sembrano essere delle migliori, si ricorda che Syriza al punto 30 del suo programma elettorale, per le elezioni di giugno, aveva inserito “Garantire i diritti umani nei centri di detenzione per migranti” ; anche il Consiglio greco dei rifugiati, ong che lavora in partnership con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), pochi giorni fa ha denunciato che “il mancato rispetto delle leggi a tutela dei migranti minorenni non accompagnati e le condizioni disumane per poter chiedere asilo mettono in pericolo la loro sicurezza”

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