Che ieri Matteo Renzi si sia annoiato non poco all’assemblea nazionale del Pd non è certo un mistero. Nel tardo pomeriggio, infatti, il sindaco di Firenze postava uno stato sul suo profilo facebook, nel quale scriveva: “Oggi assemblea PD a Roma. Niente di entusiasmante, purtroppo: sono le liturgie di un modello di partito novecentesco che dovremmo cambiare prima possibile. Bersani ha dato l’ok alle primarie aperte e libere: questo è il bicchiere mezzo pieno, anche se aspettavamo una data certa e regole care. Arriveranno a settembre, ha garantito il segretario e noi le aspetteremo. Nel frattempo ci organizzeremo perché l’Italia che abbiamo in mente inizi a farsi sentire e vedere.”
[ad]Due, dunque, le principali insoddisfazioni del “rottamatore”: un partito che continua a mostrarsi, a suo modo di vedere, “pesante”, con i soliti riti, i soliti discorsi lunghi che annoiano le platee, in pratica, nulla a che vedere con lo stile “giovanile” dei due “Big bang” organizzati in Firenze da lui. Eventi più leggeri, con discorsi non lunghissimi ed intervallati da filmati, canzoni, ed esempi simpatici (vedi quello della Polaroid), che comunque alleggeriscono non poco i discorsi lunghi e soprattutto annoiano molto di meno la platea. La seconda insoddisfazione, invece, è dovuta al fatto che in questa assemblea non è stata fissata una data certa per le Primarie da tenere comunque entro la fine del 2012. Renzi si aspettava una data certa, ma non demorde, anzi rilancia: “Avremo più tempo per poter lavorare, anzi, andremo a fare campagna anche al Sud che ultimamente abbiamo un pò trascurato…”
Ma non finisce qui. Il primo cittadino di Firenze, uscito dall’assemblea, incontrando un gruppo di amici nei pressi del Caffè Palombini che gli chiedono: “Allora, come è andata questa assemblea?” risponde con un “Du palle…”, poi prende in mano il suo immancabile I-phone, accede su Twitter e sferra una frecciatina ad Angelino Alfano: “Bersani ha detto: primarie entro il 2012. Bene. Noi non faremo passi indietro come @angealfa con il suo capo. Noi ci saremo”. E avverte i suoi fedelissimi sui rischi che si correrebbero nel sottovalutare il ritorno in campo di Silvio Berlusconi: “Abbiamo sottovalutato Berlusconi già troppe volte, rifarlo ora nuovamente, sarebbe un errore storico che potrebbe costarci veramente tanto”.