Il film nascosto: “L’estate di Giacomo” di Alessandro Comodin
Premiato in numerosi festival internazionali e accolto con entusiasmo dalla critica, arriva nelle sale questo piccolo film del regista esordiente Alessandro Comodin. La giornata d’estate di due ragazzi diventa un racconto universale sui temi dell’amicizia e dell’amore.
Vincitore del Pardo d’Oro nella sezione “Cineasti del presente” al Festival del Film di Locarno 2011 e accolto con entusiasmo in numerosi Festival in tutto il mondo, “L’estate di Giacomo” del giovane regista friulano Alessandro Comodin viene finalmente distribuito nelle sale italiane.
Giacomo, un ragazzo sordomuto, e Stefania, sua amica fin dall’infanzia, vivono una giornata tra i boschi, il fiume e la campagna friulana. Per loro è il momento di svolta che si vive durante l’estate che segue la maturità. Per Giacomo il passaggio sarà ancora più grande perché un intervento gli permetterà di tornare a sentire e a parlare. Entriamo subito in sintonia coi due ragazzi seguendoli da vicino mentre camminano a piedi scalzi nella boscaglia prima di arrivare ad una incontaminata e magnifica (Giacomo la battezza subito “Maldive”) spiaggia sul fiume Tagliamento. La trama del film è praticamente tutta qui, si tratta del racconto di una giornata in cui non succede quasi nulla, ma è una giornata che ha dentro di sé la vita di tutta un’estate, un’estate che segna un importante passaggio verso l’età adulta.
Il film è pieno di momenti (suonare la batteria, danzare a una festa popolare, ammirare i fuochi d’artificio …) e di gesti (abbracci, urla, tuffi, giochi …) che nella loro semplicità lasciano trasparire emozioni profonde e incontenibili. Il rivelarsi di nuovi sensi è simbolizzato dal superamento dell’handicap da parte di Giacomo. Questa nuova sensibilità fa apparire meravigliosamente nuovo tutto quello che li circonda. Il rapporto tra Giacomo e Stefania è quello di due amici di infanzia, ancora simile a quello che vivono due bambini. Ma si percepisce un non detto (e un non mostrato) che lascia intuire che questa sarà probabilmente l’estate della trasformazione. Lasciando magari la malinconia per un epoca che non tornerà e per un amore non rivelato. Lontano dal pietismo che una storia del genere poteva nascondere la forza del film sta proprio nello sguardo lieve e sincero di Comodin che in ogni momento lascia trasparire l’amore per i suoi personaggi.
[ad]Si tratta necessariamente di un piccolo film. Piccolo per esigenze di budget. Piccolo per gli avvenimenti che racconta. Piccolo anche per la durata (solo 78 minuti). Ma ha comunque la forza di trasformare una piccola storia personale in un racconto dal respiro universale, come universali sono i sentimenti di amicizia e d’amore dei protagonisti. Anche per questo al contrario di tanti film italiani che pur raccogliendo successo di pubblico sono impossibili da esportare, questo film ha riscontrato tanto successo in oltre 20 festival in tutto il mondo.
Moneyshot
La scena iniziale in cui seguiamo Giacomo e Valentina che si addentrano nel bosco camminando scalzi tra il fango e le spine. Vediamo che Giacomo porta gli apparecchi acustici agli orecchi. Poi non li avrà più, potrà sentire anche se con qualche difficoltà. Siamo vicinissimi a Giacomo e Valentina, li sentiamo ansimare, ridere, imprecare. Dal primo minuto entriamo subito in sintonia con loro, li conosciamo ed siamo dentro la loro estate.
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