La Georgia avrà un nuovo primo ministro, l’ex capo della polizia Ivane (“Vano”) Merabishvili, che prende il posto di Nika Gilauri.
[ad]Questo cambio al vertice è avvenuto durante le ormai periodiche rotazioni dei ministri. Queste rappresentano una delle grandi incognite dei governi di Sakaashvili, che lasciano il popolo costantemente perplesso. I ministri dei governi Saakashvili sono più o meno gli stessi da molti anni, solo che periodicamente rotano i ministeri, ad esempio Shashkini, comincia come ministro delle carceri (più precisamente il ministero si chiama Ministry of Corrections and Legal Assistance, dopo passa a quello dell’educazione, ruolo ricoperto fino lo scorso 4 luglio quando è passato al ministro della difesa. Che dire, poi, dell’attuale ministro dell’educazione che ha appena preso il posto di Shaskini, Khatia Dekanoidze, dopo aver lavorato in posti di primo piano nei ministeri degli affari interni, degli affari esteri, della sicurezza diventa direttrice dell’accademia di polizia per il ministero degli esteri poi assume il ruolo di direttrice del National examination center che si occupa di preparare tutti gli esami per le scuole pubbliche (ruolo ricoperto per solo due mesi in seguito al licenziamento del precedente direttore in quanto il figlio aveva partecipato ad una manifestazione politica di opposizione) ed infine approda al ministero dell’economia. Lo stesso Nika Gilauri è stato attivo in queste rotazioni, prima ministro dell’energia, poi delle finanze, poi primo ministro ed ora capo del JSC Partner Found, impresa azionaria statale.
I georgiani sono ormai abituati a questo continuo scambio di poltrone, ma l’ultimo cambiamento, ovvero l’insediamento a primo ministro di Vano Merabishvili, ha suscitato grande interesse in quanto è stato letto come un’investitura a candidato del “National Movement” e quindi successore di Misha nelle prossime elezioni del 2013, altrimenti non si capirebbe il cambio del primo ministro a solo 8 mesi dalle presidenziali. Tutti i primi ministri precedenti come Giluari, Gurgenidze, Nogaideli ed Mgaloblishvili erano figure di basso profilo che rimanevano nell’ombra di Saakashvili e mancavano di vera iniziativa.
Merabishvili è una figura di primissimo piano nel panorama politico georgiano, il nome più conosciuto, temuto e rispettato dopo quello del presidente. Vano è stato potentissimo ministro della polizia, ed è riuscito a sradicare la corruzione all’interno della polizia attraverso il licenziamento di circa il 90% dei poliziotti rimpiazzati da altri nuovi, giovani e meglio formati. È riuscito ha trasformare una delle polizie più corrotte del mondo che godeva di una fiducia tra la popolazione del 3% in un’istituzione affidabile e funzionante. Per questo è fortemente apprezzato dalla popolazione ma è anche temutissimo, in quanto il capo della polizia è il vero detentore del potere, il grande fratello che conosce tutto di tutti. Come si capisce, Vano è andato oltre, ha trasformato la polizia in un organismo di controllo politico, cosa che lo rende ora temutissimo.
(per continuare la lettura cliccare su “2”)
[ad]I punti chiave del suo programma sono il lavoro e quindi la lotta contro la disoccupazione che rimane, ufficialmente, attorno al 15% (ufficiosamente è molto più alta, come si può anche constatare con facilità semplicemente camminando tra le vie di Tbilisi), il miglioramento del sistema sanitario, maggiori fondi per l’agricoltura e il welfare. Il piano per il lavoro è molto articolato e si basa su forti investimenti statali nelle infrastrutture (edifici, strade, centrali idroelettriche) e aumento del turismo. Per l’attuazione in tempi rapidi il governo ha già stanziato 20 miliardi di lari (circa 10 miliardi di euro). In aggiunta, il nuovo primo ministro populisticamente darà un voucher da 1000 lari (circa 500 euro) ad ogni famiglia da spendere come preferiscono.
Come si evince da tutto questo, il governo cerca di accaparrarsi il favore della gente in vista delle prossime elezioni che vedranno, con molta probabilità, Merabishvili sfidare il miliardario Ivanishvili per la poltrona di presidente in una partita che sembra apertissima.
di Michael Biasin