Borse a picco e spread ai massimi: speriamo nello zar?
È un lunedì nerissimo per la finanza europea. Già in chiusura di settimana scorsa si erano avuti i primi avvisi, ed oggi la Borsa di Milano ha aperto nel modo peggiore possibile: già in mattinata segnava un -4%, poi arrestatisi vicini al -5% anche grazie alla decisione della Consob di bloccare le vendite allo scoperto, tecnica tanto cara agli speculatori, che permette di vendere azioni prima di averli nel portafogli (la pratica è già vietata per le “nude”, da oggi anche per le “covered”).
[ad]Il provvedimento, che resterà in vigore fino a venerdì, riguarderà il settore bancario assicurativo “tenuto conto degli andamenti più recenti dei mercati azionari”. La decisione di bloccare lo scoperto è stata presa anche dall’organismo di vigilanza della Borsa di Madrid, ma per un tempo più lungo: tre mesi di fermo.
Anche lo Spread mette paura: quello tra Btp e Bund è salito oltre quota 520, per poi scendere di poco, mentre quello tra i titoli spagnoli e tedeschi veleggia ormai stabilmente oltre quota 600, arrivando al rendimento massimo storico, rasentando il default per Madrid, default che potrebbe trascinare presto anche il nostro Paese sul baratro. I titoli tedeschi, invece, si direbbe che “vanno via come il pane”, se oggi per la prima volta nella storia i titoli di Stato a un anno sono stati collocati (per ben 2,7 miliardi) ad un tasso negativo con una domanda più che doppia rispetto all’offerta.
Dalla Commissione Europea intanto fanno sapere che gli strumenti operativi per rispondere agli attacchi speculativi ci sono, ed anche la possibilità di inviare nuovi aiuti alla Grecia è tenuta in ampia considerazione.
Il Premier Monti, invece, che nei giorni scorsi non aveva fatto molto per nascondere la propria preoccupazione per i mercati finanziari, propone ora dalla Russia di puntare tutto sull’economia reale, quindi anche su un forte partenariato con Mosca. Putin, dal canto suo, non ha fatto mancare la propria disponibilità: è da tempo che cerca di sostenere i paesi europei in crisi – naturalmente per trarne vantaggi commerciali e d’influenza politica: l’ha fatto già con Cipro e provato a farlo con Atene. Con l’Italia, poi, sono in corso tanti accordi commerciali e tutti “vanno avanti”. Parola di Zar.