Burgas, cosa c’è dietro l’attentato contro i bus israeliani?
Attentato a Burgas: ne forniamo un quadro generale a partire dagli ultimi aggiornamenti, ricostruendo poi l’accaduto e soffermandoci infine sui legami storici tra Israele, vera vittima dell’attacco, e il teatro della strage, la Bulgaria. Un mistero che dal 18 luglio dà del filo da torcere non solo all’Europa, ma anche al resto del mondo. Israele e gli Stati Uniti tengono il dito puntato contro l’Iran, ma resta ignota l’identità del suicida, che si è fatto saltare in aria per colpire tre autobus di turisti israeliani diretti sul Mar Nero. Si fa inoltre sempre più strada l’ipotesi che l’uomo abbia avuto un complice, che avrebbe attivato l’ordigno a distanza con un telefonino. In queste ore è caccia all’uomo, avverte l’agenzia di stampa bulgara Blitz. Per quale motivo un kamikaze dovrebbe farsi saltare da un altro uomo all’esterno non è dato saperlo e non risulta chiaro. Sembra, tra l’altro, che le tecnologie necessarie per una procedura del genere siano ben più complesse del necessario.
[ad]La rivendicazione, non ancora certa, arriva tra le 17 e le 18 di sabato 21 luglio, quando una sconosciuta Base of Jihad si sarebbe assunta la responsabilità dell’attentato spiegandosi come segue: “Il mese del Ramadan è un periodo di guerra santa e di morte per Allah”. A pubblicare il comunicato sono stati i quotidiani Yedioth Ahronoth e Times of Israel, secondo i quali una testata libanese avrebbe ricevuto un’email dall’organizzazione. Nella stessa comunicazione, sarebbe presente la minaccia di ulteriori attacchi: “La guerra santa non è confinata in una particolare arena e combatteremo gli ebrei e gli americani fino a che non avranno lasciato la terra dell’Islam”. La Bulgaria si mantiene prudente, Israele e Stati Uniti insistono sulla matrice di Hezbollah.
L’attentato: una breve ricostruzione
Ad essere presa di mira da un ignoto attentatore, non è stata la nazione bulgara, ma un gruppo di circa 40 turisti israeliani, da poco atterrati a Burgas e appena saliti a bordo di tre autobus. Arrivavano da Tel Aviv allo scalo in Bulgaria orientale, diretti in una località balneare sul Mar Nero. Il giovane che si è fatto saltare in aria su uno dei mezzi aveva con sé uno zaino riempito di esplosivi, pare si trattasse di tre chili di tritolo (fonte AGI). Sette i morti, incluso il suicida e l’autista di nazionalità bulgara. Almeno 28 i feriti, di cui tre gravi. I servizi segreti di Israele, Stati Uniti e Bulgaria hanno individuato, dalle immagini delle telecamere dell’aeroporto, il sospettato numero uno, ma dal cadavere del giovane non sarebbero stati ricavati dettagli utili. Una patente falsa del Michigan ha fatto perdere diverse ore agli investigatori dietro una pista che li ha portati ad un binario morto.
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