Di Pietro lancia l’amo e prova a riposizionarsi. Ormai tagliato fuori da una possibile alleanza con il Partito Democratico, e con una tenuta interna del proprio partito che comincia a scricchiolare, è necessario che l’ex pm riscopra i rapporti positivi che fino a qualche tempo fa aveva con Beppe Grillo e convinca anche Vendola ad entrare in coalizione con loro.
[ad]Appena tre giorni fa Donadi, cofondatore dell’Italia dei Valori aveva invitato Di Pietro a non sprecare gli sforzi fatti per costruire l’alleanza di centrosinistra, la “foto di Vasto” scattata durante la Festa nazionale del Partito, attaccando ogni giorno il principale alleato e soprattutto il Presidente Napolitano. Ed aveva ammonito: “non sono il solo a pensarla così”. A ruota avevano seguito il Senatore Elio Lannutti – dimessosi dal Partito ed indisponibile a ricandidarsi nel prossimo quinquennio – ed il segretario della giovanile, i “Giovani di Valore”, Rudi Russo. Il giovane leader reputa assurdo che il Pd cerchi di coalizzarsi con chi, a suo tempo, ha candidato Totò Cuffaro, e sostiene che i margini per ricucire ci siano tutti.
Il pericolo di rimanere isolato, se il Pd confermerà l’alleanza con l’Udc e se riuscirà a portarsi dietro anche Vendola, potrebbe causare all’IdV anche la fuoriuscita dal Parlamento (stante così la legge elettorale). I tempi, tra l’altro, stringono, le voci di elezioni anticipate si fanno sempre più insistenti, bisogna essere rapidi. L’idea è allora quella di creare un polo dei “non allineati”, come lo ha definito lui stesso, il polo di quelli che apertamente, dentro e fuori dal Parlamento, contestano le manovre dell’attuale governo e che da sempre chiedono elezioni anticipate.
Vendola ha già fatto sapere che lui per il momento non ci sta: in questo momento è corteggiato anche da Bersani, non è il momento opportuno per decidere da che parte stare. Senza contare che il Governatore pugliese non ha mai disegnato gli oneri del governo, che presumibilmente gli sarebbero preclusi alleandosi con Grillo e Di Pietro. Difficile, poi che i suoi accettino (e siano accettati) dai grillini, a dividerli c’è la visione stessa della politica.
Il punto allora è duplice: l’ex magistrato ha lanciato l’amo, compagni ed alleati lo seguiranno?