Monti in Finlandia in cerca di consenso per fermare lo spread

Pubblicato il 1 Agosto 2012 alle 18:32 Autore: Giuseppe Colasanto

La missione di Mario Monti in Europa fa tappa in Finlandia, paese che poche settimane fa si era fatta notare per l’atteggiamento da “falco” nella politica europea, vicina alle istanze della Germania, opponendosi ai risultati del summit europeo di fine giugno e prospettando l’uscita di Atene dalla moneta unica.

Ieri, dopo essere intervenuto telefonicamente a Radio Anch’io, era volato in Francia, dove ha consolidato un rapporto proficuo con il Presidente Hollande: entrambi si son detti “pronti a tutto” per salvare l’euro e fare in modo che gli impegni presi lo scorso giugno non rimangano sulla carta.

monti in finlandia

Oggi ha affrontato quindi un incontro più difficile, riuscendo comunque a raggiungere dei punti comuni sulla difesa dalla speculazione.

[ad]“Siamo stati molto d’accordo su quello che ha definito il doppio binario: da un lato sforzi indefessi nel fare i compiti a casa e nello stesso tempo deve esservi una soluzione europea”, ha dichiarato il Premier, che però ha dovuto contraddire il suo collega di Helsinki, che si era detto sicuro che ora all’Italia non servano aiuti: per Mario Monti “aiuti potrebbero essere necessari, forse, in relazione alla lentezza con cui i mercati comprendono gli sforzi compiti e i risultati raggiunti”. Sono i mercati, infatti il cruccio del Presidente del Consiglio, colpevoli di non reagire prontamente (e positivamente) agli sforzi che i governi europei stanno compiendo per mettere in ordine ed al sicuro i conti nazionali. Sforzi che la stessa BCE vorrebbe premiare, come sappiamo, e quindi “spero che tutti i componenti del sistema europeo e delle banche centrali mostrino lo stesso grado di rispetto per l’indipendenza della Bce che mostrano i governi”.

Messaggio, quest’ultimo, rivolto soprattutto alla Bundesbank, che ha ribadito la sua contrarietà all’attivismo della Bce, invitandola a non superare i propri limiti di mandato, e sottolineando come i governi conoscano poco delle effettive disponibilità di manovra dell’Eurotower.