Intelligenza e magnanimità per sopravvivere alla Spending Review
“Ci vorrebbe un’intelligenza regionale, capace di partorire un progetto di lunga durata”, dice il Presidente della Provincia di Benevento. Detta così, sembra una dichiarazione su temi quali i poli tecnologici, i distretti industriali, iniziative volte al commercio estero delle eccellenze campane, o a favorire l’occupazione al meridione… Acqua, e profonda, pure.
[ad]L’”intelligenza” richiamata dal Presidente Cimitile riguarda un progetto ben più rilevante: sopravvivere alla spending review, la “mannaia” che tra le altre cose si abbatterà anche sulle province più piccole, al fine di ridurre la spesa pubblica riducendo gli enti pubblici. L’intelligenza serve, e deve essere regionale perché l’idea è quella di “acquistare” comuni dalle province limitrofe, al fine di aumentare sia le dimensioni che la popolazione della propria – raggiungendo i limiti imposti dalla legge – ma per farlo, a Benevento, è necessario andare a prendere comuni da province che superano di poco gli stessi limiti, le quali a loro volta dovrebbero andare a prendere comuni dal Napoletano. Può sembrare cronaca dal medioevo, roba da feudi e servi della gleba, ma non è così, è il 2012 anche qui, tanto è vero che le differenti tonalità politiche (Benevento rossa, circondata da province di centrodestra) si spera vengano superate dallo spirito di collaborazione che si ha a Roma.
Non si pensi che è un problema legato al meridione, niente di più falso. Treviso ha lo stesso problema (gli mancano pochi chilometri per raggiungere il limite minimo) e la stessa strategia per superarlo: rubare Marcon a Venezia. Venezia diventerà città metropolitana, praticamente ingloberà i comuni sotto la sua amministrazione, ed allora il Presidente della provincia di Treviso, con padana magnanimità si dichiara, “da sincero autonomista, pronto ad accogliere a braccia aperte chi vuole venire da noi”. La classe non è acqua, e lo conferma non dando i nomi dei quattro comuni veneziani pronti a passare nella Marca.
In Regione Veneto si dovrà discutere parecchio, servirà molta “intelligenza regionale” per ridisegnare una mappa che la spending review ha mutato drasticamente: se Vicenza si è salvata, Padova e Rovigo dovranno accorparsi, per cedere però qualche comune proprio a Vicenza o a Verona, mentre, se non andrà in porto la strategia trevigiana, Belluno e Treviso si uniranno, e perderanno forse anche Mogliano Veneto.
Altri tentativi riguardano poi la provincia di Terni, che ha ricevuto il no secco del comune di Spoleto, la provincia di Latina, che si prepara ad annettere Anzio e Nettuno, Trapani, il cui presidente ha proposto un posto di Assessore a un residente del Comune di Menfi, ricevendo i complimenti per la serietà della proposta dal sindaco della cittadina. Questioni di stile.
Peccato, però che tutti questi tentativi resteranno vani, se il Governo si dimostrerà inflessibile rispetto al comunicato odierno, nel quale si ribadisce la data del 24 luglio scorso come ultima utile per riordinare le circoscrizioni provinciale, senza però che vi sia la possibilità di modificarne il destino.
Resta una domanda: sicuri che intelligenza e magnanimità giovino alla reputazione dell’ente più bistrattato dell’assetto istituzionale italiano?