Concordo con Alessandro Capriccioli:
Ieri ho dovuto preparare le dichiarazioni dei redditi per quattro clienti, chiudere un ricorso che stava per scadere, finire il conteggio dell’IVA trimestrale per un paio di società e correggere alcune pratiche telematiche presso la Camera di Commercio. E così ho fatto.
Cioè: non è, per dire, che siccome le dichiarazioni dei redditi erano più importanti ho telefonato a quello del ricorso dicendogli mi spiace, ti toccherà pagare perché non posso presentarlo; o che l’IVA trimestrale non l’ho calcolata perché le pratiche telematiche erano prioritarie. Insomma, dovevo fare quattro cose e quattro ne ho fatte: come capita tutti i giorni, credo, a chiunque sia costretto a lavorare per vivere.
Tutto questo per dire che quando i soliti fenomeni ci avvertono che del matrimonio gay, o dell’eutanasia, o dei diritti civili in generale non ci si può occupare adesso perché le priorità sono altre, tipo la crisi economica, mi viene da pensare che le due cose potrebbero benissimo essere portate avanti entrambe, senza alcuna necessità di posticiparne una per poter completare l’altra.
A meno di non voler concludere che mentre tutti gli italiani, per mangiare, sono costretti ad essere multitasking, i cervelloni che guidano il paese debbono fare una cosa per volta, altrimenti si incasinano, si confondono, si impappinano. Poveracci.
Che dite, volete continuare a raccontarci la solita panzana delle priorità, oppure fate un saltino a studio da me e ci restate una settimanella, così magari vi esercitate?
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