Di Pietro senza sbocchi?
Che Di Pietro si stesse ficcando in un vero e proprio “cul de sac” era cosa nota da tempo. Ma che la situazione, per l’Italia dei Valori e per il suo rapporto con lo schieramento di centrosinistra, potesse compromettersi fino a questi livelli era una cosa che nemmeno i più grandi detrattori dell’ex-pm potevano prevedere.
[ad]Non è un paragone storicamente improprio quello con l’Eurocomunismo di marca berlingueriana se vogliamo analizzare il tema dell’Italia dei Valori e delle sue alleanze: come per il Pci degli anni ’80 proporre una forma di eurocomunismo a livello europeo equivaleva di fatto a non avere sbocchi nella situazione nazionale, la proposta di una fantomatica asse dei “non allineati” con Di Pietro ben testimonia le scarse possibilità di questa forza politica. Anche perché, Josip Broz a parte, non è chiaro chi dovrebbe far parte di questo asse dei rivoltosi.
Unico partner del solitario Pd nel 2008 nel corso dei mesi, dopo aver fatto naufragare i promessi gruppi parlamentari unitari, il rapporto tra il principale partito di centrosinistra e Di Pietro è stato un rapporto di odio e amore. Dalla spaccatura di Piazza Navona, con la Guzzanti che parla della Carfagna, passando per l’exploit dipietrista alle europee 2009 fino alle conferenze stampa Bersani-Di Pietro alla vigilia delle elezioni regionali. Perché sotto sotto “Di Pietro era il principale alleato”.
Il punto di non ritorno tra Di Pietro e il centrosinistra sembra però essere il rapporto col governo Monti. Non si è infatti trovato un modus vivendi tra l’opposizione dipietrista (che però votò inizialmente la fiducia all’esecutivo) e il lealismo democratico. Mentre su alcune issues, legate alle riforme istituzionali, vi è stato una forma di dialogo tra PdL e Lega Nord sul versante sinistro del Parlamento pian piano si è arrivato ad una situazione di incomunicabilità che nemmeno un film di Michelangelo Antonioni.
E così dopo parecchi insulti e attacchi pesanti al Presidente della Repubblica l’Italia dei Valori si è trovata in un terribile isolamento. Per un po’ Vendola ha tentato di fare da paciere (emblematico il convegno della Fiom di qualche mese fa in proposito) per poi arrendersi sulla strada del Polo della Speranza.
Trovandosi sola l’Idv ha proposto un’ asse con Grillo. E in effetti le ultime sparate dipietresche avevano parecchio di grillino. Ma si è tratto di un ragionamento futile in quanto un’asse con Di Pietro non solo sarebbe politicamente molto incoerente per il background grillino ma nemmeno fruttuoso elettoralmente.
E dunque oggi come oggi Di Pietro si troverebbe a correre in solitaria così come Grillo. Con la differenza che quasi sempre gli elettori alla copia preferiscono l’originale.
Una situazione di stallo malefica. O si trova un guizzo o l’Italia dei Valori confermerà la tesi secondo cui, con la fine della gran parte della minacce berlusconiane, anche la sua reazione di “sinistra” (sic) vivrà una mesta uscita di scena.