Undici film da “leggere” in spiaggia
Che cosa ci piace leggere sotto l’ombrellone? Libri gialli o romantici, libri di avventure o di fantascienza. Poi ci vuole un bel libro da leggere ai bambini e per finire un fumetto. Da Topolino a Scerbanenco, da John Le Carré a Gianni Rodari, da Grisham a Nick Horby, da Bridget Jones a La Settimana Enigmistica … portati magistralmente sullo schermo in questi 11 film.
“Il grande sonno” [tit. orig. The big sleep]
Di Howard Hawks, 1946. Con Humphrey Bogart, Lauren Bacall
Da “The big sleep” di Raymond Chandler, 1939
“You do sell books…?”; “What do they look like, grapefruits?”
[ad]La quintessenza dell’hard boiled, ideale sotto la canicola. Primo romanzo della serie “Philippe Marlowe”– il detective cinico e baro, l’uomo che sa che non c’è maggior successo della sconfitta, ma che la sconfitta non è affatto un successo – è già complicatino di suo, pare perché costruito da un Chandler in bolletta fondendo insieme due suoi precedenti racconti. Su questo impianto, si inserisce Howard Hawks, che costruisce il suo di racconto con un unico obiettivo: rapire lo spettatore con l’atmosfera, farlo innamorare del piglio di Bogart e farlo sbavare dietro l’algida bellezza della Bacall; e se della trama non si capisce un cazzo, chissenefrega (leggenda vuole che i due sex-symbol-s completamente persi interrompessero di continuo le riprese per chiedere ad Hawks di spiegargli cosa stesse succedendo nella storia). Qui nasce il mito. Marlowe è grande, Bogey è il suo profeta.
Nota di colore: il film è citato e commentato in uno dei più divertenti libri degli anni ’90, con uno dei titoli italiani più fessi in assoluto (“Cinebrivido”, traduzione letterale dell’originale “Los crímines de Van Gogh” dell’Argentino José Pablo Feinmann); quindi, paghi un film de chevet e compri due libri (altro che 15% di sconto Feltrinelli).
Da vedere indossando un impermeabile e con un Borsalino in testa (qualunque temperatura ci sia)
“L’ultimo uomo sulla terra”
Di Sidney Salkow, Ubaldo Ragona, 1964. Con Vincent Price, Franca Bettoja, Giacomo Rossi-Stuart
Da “Io sono leggenda” [I am legend] di Richard Matheson, 1954
“Non possono sopportare la loro immagine, li ripugna: ho bisogno di altri specchi”
Un misterioso virus arriva col vento. Il contagio è implacabile, chi viene colpito si trasforma in una sorta di zombi. I contagiati si muovono di notte come vampiri sempre a caccia di carne umana. Solo uno scienziato sembra essere immune. Infatti presto sarà lui l’ultimo uomo sulla terra e dovrà sostenere una lotta solitaria e disperata in un mondo definitivamente perduto in cui l’umanità è diventata mostruosa. Se il libro di Richard Matheson è diventato un classico della fantascienza non è così per il film di Salkow, un ottimo professionista del genere che diresse anche la storica serie della famiglia Addams. Invece il film è davvero coinvolgente ed esalta l’atmosfera angosciante e amara del romanzo. L’ultimo uomo sulla terra colpisce forte, non è un film per cuori troppo sensibili ma se alla notte avrete difficoltà a prendere sonno potrete sempre ristorarvi con una pennichella sotto l’ombrellone.
Memorabili sono l’interpretazione del grande Vincent Price e soprattutto l’ambientazione all’EUR di Roma (fotografato in un agghiacciato binaco e nero) che diventa un quartiere deserto e post apocalittico in cui ogni angolo può nascondere qualche mostro. Il film ha fatto scuola e molti fanta-horror che l’hanno seguito gli sono debitori.
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