Dal Blog: L’obbedienza al capo della ciurma IDV
Leggo la nota di Giovanni Occhiello su facebook e mi stupisco nel vedere come i militanti di IDV non la intendano per quello che è.
Un giornalista sa usare bene le parole. Un giornalista che parla di cose che conosce bene, essendo inserito nel contesto che descrive, se sceglie di utilizzare una parola piuttosto che un’altra, è perché vuol trasmettere un preciso messaggio.
Parlare di imbarcazioni e definire, in senso spregiativo, l’equipaggio “ciurma” è evidentemente sentire il bisogno di puntare il dito contro un qualcosa che non si condivide. Viene descritto un regime, con a capo un duce che si circonda di una pletora di mendicanti perché lo osannino in cambio di una poltrona. Cito: “L’obbedienza al capo era “Condicio sine qua non” per assicurarsi o mantenere la poltrona”.
Peccato che il biglietto, per quel posto in barca, sia pagato dagli Italiani. Chi occupa le poltrone della Repubblica, deve essere fedele alla stessa ed esercitare le proprie funzioni nell’interesse esclusivo della nazione. Mi sembra che nel discorso dell’obbedienza al capo, qualcosa non torni. Non mi pare che nella Costituzione si contempli il principio della riconoscenza al pirata che ti ha fatto salire a bordo.
E comunque, se anziché capitano sei pirata, e se imbarchi a bordo anziché un equipaggio, una ciurma, devi mettere in conto che la ciurma si vende subito a chi offre di più.
di Vania Calce