USA: Romney sceglie Paul Ryan, la campagna elettorale si radicalizza
Con buona pace di Anthony Downs, e della sua celebre teoria dell’elettore mediano, Mitt Romney, candidato repubblicano alla Presidenza degli Stati Uniti ha scelto Paul Ryan a supportarlo come candidato alla vice presidenza.
[ad]Paul Ryan è un giovane “congressman” del Wisconsin, ha 42 anni ed è a Washington da quando ne aveva 29. A capo della Commissione Bilancio della Camera, è diventato uno tra i più influenti leader del GOP, autore nel 2011 e nel 2012 delle “controproposte” di budget, “The Path to Prosperity”, che prevedevano la riduzione a due delle aliquote fiscali, forti tagli alla spesa, un ridimensionamento sostanzioso di pensioni e welfare, ridurre l’imposizione fiscale alle imprese. Il piano, quest’anno approvato dalla Camera (a maggioranza repubblicana) e bocciato in Senato (a maggioranza democratica) è citato spesso da Obama come esempio di ciò che potrebbe voler dire eleggere un Repubblicano alla Presidenza, ma nel fronte opposto i giudizi non sono equanimi: buona parte della base, attratta dalle idee del Tea Party, sostiene il progetto, e ne è anzi orgogliosa, ma l’ala più moderata considera invece un suicidio politico affidarsi all’ideologia dell’estrema destra conservatrice.
Energico, preparato (“the man for the moment” secondo Romney) e giovane, Paul Ryan rappresenta un valido alleato con cui portare a votare in massa la base repubblicana (tiepida, in questa fase), e magari cercare di vincere anche nello Stato del Winsconsin, stato tendenzialmente democratico, ribaltando così i più recenti sondaggi. Da questo punto di vista, per Mitt Romney – che alle primarie aveva sconfitto i candidati della destra del partito – la mossa è astuta. Più difficile però che lo aiuti a conquistare lo spazio al centro, che a detta di molti Obama rischierebbe di perdere: in particolare il rischio è quello di perdere la Florida, stato in cui molti americani vanno a “svernare” una volta in pensione.
Si prevede quindi una campagna elettorale che da qui a novembre sarà molto incentrata sull’economia e sul welfare (specialmente in ambito sanitario), con toni che polarizzeranno lo scontro tra i candidati: Obama potrebbe cercare di accreditarsi come più moderato del duo avversario, sfruttando il suo profilo presidenziale, e per farlo potrebbe sfruttare la sentenza della Corte Suprema sulla riforma sanitaria (la cd Obamacare) ma l’impressione è che a novembre gli elettori americani si troveranno a scegliere tra due proposte molto ben distinte e che pertanto una parte consistente degli indipendenti potrebbe astenersi.