Perché la Germania deve ringraziare l’Euro

Pubblicato il 16 Agosto 2012 alle 11:54 Autore: L Undici
Angela Merkel

[ad]Perché è chiaro a tutti, e forse non ancora ai tedeschi stessi, che basta solo un Paese come la Spagna per affondare inesorabilmente l’Europa e, di conseguenza, anche loro. E quella apparente oasi felice di prosperità, si disintegrerebbe in men che non si dica.

Ora si parla di ERF, un nuovo acronimo che sta per “European Redemption Fund”. Sostanzialmente si tratta di un fondo europeo dove confluirebbero tutti i debiti degli Stati che eccedono il 60% del PIL degli stessi. Il fondo verrebbe garantito dagli stessi Stati membri attraverso alcuni asset pubblici e da una percentuale di tasse riscosse a livello nazionale. Questo fondo emetterebbe bonds a scadenza lunga, si parla di 20 anni, a tassi di interesse piuttosto contenuti. Nello stesso arco di tempo i Paesi si impegnano solennemente a portare avanti un percorso finanziario che li porti a raggiungere nei tempi prestabiliti il 60% del rapporto debito/PIL. Con il chiaro vantaggio, per i Paesi in difficoltà, di poter pagare molti meno interessi sul debito, perché garantito dal fondo stesso, rispetto a quelli attuali.

crisi spagna

Se affonda la Spagna, affonda l’Europa. E se affonda l’Europa, affonda anche la Germania

La Germania, e più in generale i paesi più “virtuosi”, si accollerebbe chiaramente dei costi maggiori. Ma è solo così che l’Europa darebbe un segnale di coesione tale da scongiurare la speculazione a breve/medio termine e garantirsi un periodo di calma, nel quale organizzare la tanto attesa unione politica e fiscale. In sintesi, per concludere, o la Germania mette da parte le sue paure e le sue smanie di comando e superiorità e decide di ricambiare gli aiuti all’Europa, che tanto le ha dato negli anni post-riunificazione e che tanto le potrebbe ancora dare in futuro, ma a condizioni ben diverse, oppure meglio che finisca tutta questa fanfara e  si ritorni indietro nel tempo. Io non la vedrei necessariamente come una sconfitta; la ricetta della globalizzazione non l’ha prescritta nessun medico.

Adesso già immagino un fiume di critiche, ma la realtà empirica è che la globalizzazione, per noi cittadini europei, ha significato solamente perdita di competitività, cultura e ricchezza e appiattimento di valori sociali quali libera iniziativa, etica e cooperazione.

[Articolo pubblicato sull’Undici]

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