Un agosto sprecato
Il mese “estivo” per antonomasia è sempre stato molto complicato per la politica. Negli ultimi anni proprio nel corso di questo mese si è manifestata la più grande ondata speculativa legata alla crisi economica e finanziaria iniziata nel 2008. Un periodo traballante per i mercati che ha portato a conseguenze inevitabilmente politiche. La nascita del governo Monti e l’uscita di scena di Berlusconi, avvenute nel novembre 2011, hanno come loro incipit proprio la calda estate dello scorso anno, piena zeppa di manovre correttive di tremontiana memoria.
[ad]Sul fronte prettamente politico gli animi si raffreddano un po’. Se escludiamo i primi dieci giorni del mese, o circostanze eccezionali, le camere sono quasi sempre chiuse e la politica casomai si sposta in altri sedi. Perlopiù quelle delle feste di partito.
Insomma, agosto è quasi sempre un mese di elaborazione per la politica. Vengono elaborate le strategie politiche da mettere in campo in vista della ripresa settembrina.
Anche questo agosto avrebbe dovuto avere questa matrice. Ma non è stato così. Ed è un peccato.
Infatti, a parte la vicenda dell’Ilva che ha costretto una convocazione della commissione attività produttive della Camera alla vigilia di Ferragosto, non c’è stato quell’attacco speculativo ai debiti sovrani che in molti, in primis il governo, temevano moltissimo. E occorrebe mai come quest’anno una “strategia” considerando che al massimo nella aprile 2013 si andrà alle urne per il governo del paese.
Si parla tanto di Cosa Bianca, di nuovi scenari politici e di prospettive per il centro o per un’ipotetica coalizione filo-Monti. Al tempo stesso PdL e Lega Nord discutono dei margini per tornare a stringere un’alleanza. Il silenzio invece sembra regnare a sinistra. Ed è un peccato.
Senz’altro si tratta di uno schieramento politico, quello che dovrebbe guidare il Pd, maggiormente consolidato rispetto agli altri poli e quindi per certi versi meno bisognoso di un dibattito a 360 gradi.
Ma vi è un incognita e un tema politico che non è stato minimamente trattato in questo caldo mese di agosto e che risultava essere proprio quello più adatto per essere discusso in questa fase: il tema delle primarie.
Il Partito Democratico nel corso della sua ultima Assemblea Nazionale ha bypassato il tema delle primarie ricordando come una questione legata ad un contesto di coalizione non possa essere stabilita unilateralmente da una singola forza politica della coalizione stessa. Si è comunque dedotto, anche se mancano i particolari, la volontà di Bersani convocare una fase di consultazione aperta a tutti gli elettori per definire il candidato del centrosinistra alla presidenza del consiglio (o il “capo della Coalizione” stando alla legislazione elettorale vigente).
Ebbene se la volontà è quella di convocare delle primarie possiamo ben dire, senza dare giudizi di merito, che è stata persa un’occasione.
Perché questo mese di agosto appariva come il contesto ideale per dar vita ad una fase di elaborazione sulle consultazioni primarie del centrosinistra. Un momento dove ci sono meno temi all’ordine del giorno e di conseguenza si ha più lucidità e serenità per una visione complessiva sulla situazione.
Un’occasione per discutere di regole, organizzazione oltre che dei tanti vituperati confini della coalizione (che di conseguenza restringono o ampliano la sfera dei potenziali partecipanti).
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Una fase di assestamento capace alla ripresa autunnale di avere a disposizione uno strumento di cui si intende far uso dopo poche settimane.
[ad]Sempre per non dare giudizi di merito, si poteva rieditare in questa fase dell’anno quello spirito agostano che accompagnò l’organizzazione delle primarie di coalizione del 2005 e quelle del Pd nel 2007 (nel 2009 il tutto era già prontamente regolato da statuto, e dunque non ci fu questa necessità). Un esempio forse non tanto positivo per i precedenti politici conseguenti a quelle elezioni primarie, ma in questo caso mi riferisco alla “semplice” organizzazione delle primarie stesse.
Il timore, sempre che si vogliano convocare queste benedette elezioni primarie, e che ci si comporti come uno studente poco disciplinato che, pur avendo un esame a settembre, si rifiuta di studiare nel mese si agosto relegando la sua fase di preparazione solo ai 10-15 giorni di settembre precedenti all’esame stesso.
Legittimo. Ma poi non ci si può lamentare se l’esame va male o i risultati non sono quelli desiderati.
Il tutto partendo dalla base che si vogliano veramente organizzare le primarie. In questo caso la spiegazione di questo silenzio sul tema avrebbe senz’altro una sua spiegazione o una sua logica.
Ma sarebbe pur sempre una conseguenza della mancanza di coraggio.