Russia: Kaliningrad verso l’Europa. Libera circolazione nella Prussia orientale
Rischi e benefici. Tra economia e influenza politica
[ad]La liberalizzazione dei visti, de facto, tra l’oblast di Kaliningrad e il nord-est polacco porta con sé una serie di rischi e di benefici.
Tra i vantaggi, c’è di certo l’evitare di creare divisioni di status tra i residenti dell’oblast. La possibilità di muoversi liberamente darà inoltre una spinta alla cooperazione culturale e scientifica, e favorirà il turismo e il commercio. I cittadini polacchi andranno probabilmente a fare il pieno in Russia, dove costa la metà, mentre i russi potranno fare la spesa in Polonia, dove molti prodotti sono più economici grazie ai benefici del mercato interno UE; un nuovo centro commerciale è già in costruzione a Braniewo, vicino alla frontiera. Le città polacche della costa beneficieranno inoltre di un maggiore influsso di turisti russi, che già vi si recano. Kaliningrad è fortemente dipendente dall’importazione di beni, e se l’accordo produrrà gli stessi effetti dell’accordo LBT polacco-ucraino (grazie al quale il valore delle spese dei cittadini ucraini in Polonia è raddoppiato in tre anni) entrambe le aree potranno godere dello sviluppo dei commerci. E anche lo sviluppo dell’influenza politica polacca (ed europea) nella regione non è da sottovalutare.
Per quanto riguarda i rischi, il fattore sicurezza e immigrazione è probabilmente il più pubblicizzato: alcuni analisti polacchi hanno citato il timore che la Germania possa reintrodurre i controlli alle frontiere, se i cittadini di Kaliningrad dovessero abusare sistematicamente dell’accordo LBT. Tuttavia l’esperienza degli altri accordi LBT mostra che tale paura è eccessiva. Nella valutazione degli accordi di frontiera esistenti, la Commissione ha riportato ben pochi casi di abusi, specialmente per quanto riguarda la violazione della zona di frontiera per recarsi in altri stati membri UE: controlli random al di là della zona di frontiera possono portare ad un bando dalla zona Schengen per 5 anni ai cittadini di stati terzi trovati in violazione delle regole.
E’ più probabile che sia il sistema polacco di gestione delle frontiere ad andare sotto stress a causa del più alto numero di attraversamenti. A tal fine, è previsto che i cittadini dell’oblast abbiano dei punti-frontiera appositi, e che il personale polacco venga formato sulle novità introdotte.
Le reticenze lituane, le ambiguità russe, e le prospettive per la liberalizzazione dei visti
L’accordo LBT su Kaliningrad ha visto una frenetica attività diplomatica della Polonia, anche in relazione al suo periodo di presidenza a rotazione del Consiglio dell’Unione Europea nel secondo semestre 2011. Dall’altra parte, esso non ha raccolto lo stesso entusiasmo delle autorità lituane. Vilnius non ha accettato il principio di estensione dell’area frontaliera all’intero oblast di Kaliningrad, cosa che avrebbe comportato l’apertura ai cittadini russi di una regione della Lituania inclusiva di Kaunas, la seconda città del paese. I lituani sono pertanto rimasti alla finestra, a vedere come la Polonia avrebbe proseguito nell’iniziativa.
Anche l’atteggiamento delle autorità della Federazione Russa non è stato sempre coerente. Nel giugno 2011, a Sochi, Putin ha criticato lo status speciale per la regione, giustificandosi in base alla parità di trattamento tra tutti i cittadini russi e temendo che ciò possa comportare ritardi sulla liberalizzazione dei visti per tutto il paese, una volta che Bruxelles avrà ottenuto vantaggi nella regione che gli interessa di più. In effetti l’oblast di Kaliningrad ricopre un ruolo particolare nella Federazione Russa: da una parte principale base militare della flotta del Baltico (nel 2008 Putin minacciò di schierarvi missili Iskander contro il progetto americano di scudo spaziale), dall’altra regione a rischio di separatismo e di ingresso di idee occidentali (vedi la nascita del sindacato ‘Solidarnost’ e le proteste antigovernative).
L’entrata in funzione dell’accordo LBT, in ogni caso, costituirà un test importante per un successivo eventuale dialogo sulla liberalizzazione dei visti con la Russia. Un tale dialogo è attualmente aperto tra l’UE, la Georgia, l’Ucraina e la Moldavia, e alcuni stati membri (tra cui Francia e Germania) sono a favore dell’estensione di tale processo alla Russia.
di Davide Denti