TP/ RAI 3 Su spread ed elezioni anticipate
Il sondaggio realizzato dal Termometro Politico si interessa della terribile combinazione risalita dello spread-elezioni anticipate. Un combinato disposto che, ad inizio estate, aveva fatto rivivere nella mente di molti l’estate del 2011 dove lo il default sembrava ad un passo.
In primo luogo abbiamo chiesto se, in seguito alla crisi del debito, potrebbe risultare più saggio investire all’estero.
La maggioranza degli intervistati ossia il 56% non considera tale ipotesi come valida, scommettendo quindi sul futuro dell’Italia. Esiste poi un 17% che ritiene utile spostare i proprio risparmi all’estero; una percentuale tuttavia di molto inferiore alla maggioranza di “fiduciosi” descritta in precedenza.
Alla luce di questa situazione abbiamo quindi domandato se le elezioni anticipate e l’abbandono di Monti non rappresentino una possibilità reale e auspicabile. Le risposte presentano uno scenario abbastanza polarizzato. Da una parte c’è un 50% di elettori che ritiene utile andare al voto anche se per il 31% di questi è indispensabile fare una nuova legge elettorale.
C’è poi un 45% circa di intervistai che non ritiene indispensabile tornare alle urne ,sopratutto per non favorire il sistema dei partiti o le formazioni populiste. In particolare, questo segmento elettorale sembra ragionare in maniera strategica ossia seguendo la vecchia logica del meno peggio.
Gli italiani intervistati si dimostrano molto ben informati rispetto al contesto e rispetto ai futuri scenari, anche se le differenze, come dimostra la terza slide, non mancano tra i due elettorati.
[ad]Il sondaggio rivela quindi una certa preoccupazione ma, incrociando i dati sui risparmi e sulla necessità di elezioni anticipate appare evidente la percezione di un pericolo ormai alle spalle e, allo stesso tempo, la necessità di un cambio dopo questo periodo di “montismo”forzato”.
La cosa che risulta sorprendente, da un certo punto di vista, è la maggiore propensione degli elettori di centro-destra al ritorno alle urne. Al di là dei giudizi di merito, tale insofferenza verso l’esecutivo dei tecnici appare forte fra l’elettorato di centro-destra. Tale sentimento, probabilmente riflette un sentire comune tra molti elettori e non solo del Pdl ossia l’idea che il governo Monti sia stata una specie di golpe per mettere da parte Berlusconi. In tal senso l’insofferenza appare ingiustificata anche se, nel 2013, un nuovo governo Berlusconi appare quanto meno improbabile e quindi la richiesta di elezioni anticipare più che una richiesta appare come uno sfogo.