Monti e Hollande, la Tav Torino-Lione si farà
La Tav si farà, parola di Mario Monti. La prova è che il prossimo incontro bilaterale tra il premier italiano e il Presidente Hollande si terrà a Lione, città che insieme a Torino dà il nome al progetto.
Nell’incontro di oggi, il secondo nelle ultime cinque settimane, i due hanno mostrato l’intenzione comune a proseguire sulla strada della sinergia tra i due paesi (“totale identità di vedute”, per il Premier), come fino alla scorsa primavera avveniva tra Merkel e Sarkozy.
[ad]Hollande e Monti hanno infatti individuato una via d’azione comune, tre passi da “imporre” agli alleati europei: il primo passo sarà quello di far attuare gli accordi presi nel vertice di fine giugno, quando proprio Francia e Italia, col supporto della Spagna di Rajoy misero all’angolo i falchi capitanati dalla Merkel; il secondo passo, di conseguenza, sarà fare il possibile per salvare Spagna e Grecia (quindi concedere tempo a quest’ultima, se la troika sarà d’accordo), evitando così che la zona euro conosca nuove fibrillazioni; in terzo luogo, l’unione bancaria, preludio dell’unione politica.
L’obiettivo della crescita non dovrebbe incontrare ostacoli da parte dell’Unione, e per questo i due leader si auspicano un rilancio della governance europea e libertà d’azione per la Bce nell’acquisto di titoli di Stato: bisogna credere nell’euro per riacquistare fiducia da parte degli investitori.
Uno degli strumenti per la crescita sono certamente le “grandi opere”, e la TAV è tra queste. Per questo motivo la sottolineatura del Premier Monti sul prossimo bilaterale sembra assumere un maggior rilievo. Nemmeno due mesi fa, a seguito delle dichiarazioni del ministro francese del bilancio, Jerome Cahuzac, e delle ricostruzioni de Le Figaro, il progetto della Torino-Lione aveva subito un duro colpo, malgrado la maggior parte delle istituzioni francese sia assolutamente favorevole alla sua realizzazione.
Oggi quindi rimarcare la volontà comune di andare avanti col progetto pone la parola fine alla querelle, perché l’opera è “di fondamentale interesse” per entrambi i Paesi. Come di fondamentale interesse sarà per entrambi anche rilanciare l’occupazione: Monti, dal canto suo, ha auspicato che le parti sociali riallaccino il dialogo e affrontino gli sforzi comuni necessari per creare nuovi posti di lavoro.