Le ricette di Confindustria per evitare un autunno bollente

Pubblicato il 5 Settembre 2012 alle 12:01 Autore: Giuseppe Colasanto
presidente di confindustria squinzi

L’aveva definita una “boiata”. Correggendo un po’ il tiro, oggi l’ha etichettata “occasione persa”. La Riforma Fornero proprio non va giù al Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, che nel corso della “Telefonata” di Belpietro ha potuto parlare a 360° dei mali dell’Italia e dell’azione del Governo.

[ad]L’autunno che ci aspetta sarà bollente, anzi, lo è già: se in tv e sui giornali ci vanno l’Alcoa e pochi altri, sono infatti migliaia le aziende che soffrono in “silenzio mediatico”, e sono queste quelle che preoccupano maggiormente l’associazione datoriale. Ciò che realmente manca, per Squinzi, è una vera politica industriale.

 

Da parte sua, dei suggerimenti Confindustria li ha da dare, e si aspetta che dall’incontro con il Premier Mario Monti arrivino segnali di apertura. Innanzitutto, quindi, la riforma Fornero: “non la giudichiamo in maniera positiva perché ha tolto molta flessibilità in entrata senza dare una vera svolta alla flessibilità in uscita”, ma “riteniamo ci sia la possibilità di intervenire per poterla migliorare”.

presidente di confindustria squinzi

Poi, la questione crescita: “abbiamo bisogno di semplificazione normativo-burocratica, e di un Paese normale, perché le nostre imprese possono essere speciali quanto vogliamo ma se non abbiamo un Paese normale alle spalle non andiamo molto lontano sul mercato globale”. Un esempio emblematico di complicazione burocratica è il caso Ilva, un caso che “dobbiamo risolvere per dare speranza a chi investe nel nostro paese”, così come, per quanto riguarda il Carbosulcis, dobbiamo elaborare una chiara politica industriale, “che però al momento latita”.

Anche il caso-Alcoa rappresenta ciò che per Squinzi bisognerà evitare in futuro. Possibilità di salvarla ci sono, secondo il Presidente degli industriali, perché la sua crisi è legata ad un nodo chiave della politica industriale italiana, il costo dell’energia. Se si trovano le condizioni per rendere disponibile energia a prezzi competitivi – “e questo volendo si può fare” – sarà possibile salvarla, ma “se non interveniamo per avere un uso dell’energia a costi competitivi, tutte le attività ad alto uso di energia saranno destinate a sparire dall’Italia”.

Infine, il rilancio dei consumi interni, “il modo più diretto e immediato per far ripartire la crescita”. Qui il nodo per Confindustria non è certo la precarietà e la crescente disparità dei salari, ma il cuneo fiscale: “bisogna lavorare in modo particolare sulla detassazione dei salari”, suggerisce il Presidente Squinzi, aggiungendo anche una misura a lungo termine: favorire la ricerca, rendere competitive le aziende italiane attraverso l’innovazione.