Non basta modificare leggermente il proprio simbolo, invitare sul palco di Chianciano l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ministri illustri, come Corrado Passera. Lo scorso fine settimana dell’ UdC è stato scosso dalla presa di distanze del movimento di Montezemolo, Italia Futura., che ha bollato come “sommamente confusa” la strategia di Casini di cercare un rinnovamento schierando personalità che di nuovo hanno ben poco.
[ad]E mentre oggi Buttiglione (uno dei “vecchi” citati dal sito di Italia Futura) prova a ricucire con il Presidente di Ferrari e NTV (e di innumerevoli altre aziende et similia), proponendogli un ruolo di tutto di rispetto all’interno di un progetto per l’Italia, è il turno di Rutelli annunciare l’addio al progetto.
Il co-fondatore del Partito Democratico (con Piero Fassino, nel lontano ottobre 2007), dopo aver lasciato il Pd in seguito alla vittoria di Bersani nel congresso del 2009, per fondare l’Alleanza per l’Italia, aveva stretto solidi rapporti con l’ex presidente della Camera. Rapporti di molto raffreddati dalle elezioni amministrative della scorsa primavera, che certificarono l’estinzione del Terzo Polo as we knew it, a causa principalmente dell’inconsistenza elettorali degli alleati Api e Fli.
A Chianciano Rutelli non si è fatto vedere, ed ha oggi dichiarato, in un’intervista a Repubblica, l’intenzione di riavvicinarsi al centrosinistra, a partire dalla partecipazione alle primarie con un proprio candidato, Bruno Tabacci, non escludendo una possibile candidatura nelle liste del Pd alle prossime elezioni politiche (“dipende da come si vota”).
L’ex sindaco della Capitale vorrebbe instaurare una collaborazione col partito di Bersani volta a perseguire le politiche del Presidente Monti, che non preveda alleanze in “stile Unione”, affondata da massimalisti e populisti. Il proprio ruolo, in quest’alleanza, sarebbe quello di rappresentare il “centro riformatore” – sostanzialmente il trait d’union tra il polo dei progressisti e quello moderato da cui è appena uscito.
A dividerlo dal leader centrista l’indeterminatezza del progetto di Casini, per cui “non si capisce se ci sarà l’UdC o se ci sarà un nuovo progetto politico”, ancora in là da venire, ma anche il ruolo per Monti, che secondo il Senatore non può essere candidato contro la propria volontà: per lui si potrebbero aprire le porte del Quirinale, ma è ancora presto per deciderlo.