Sondaggio IPSOS/Ballarò. Il Pdl si avvicina al Pd, stabile Grillo
Con la ripresa dei Talk Show televisivi ritorna il consueto appuntamento con i sondaggi di Pagnoncelli, realizzati da Ipsos e pubblicati durante Ballarò su Rai 3.
Il primo sondaggio dell’anno non rivela una netta discontinuità con le ultime rilevazioni di Giugno. Tuttavia qualcosa si muove.
LISTA | % |
PD | 25,4 |
PDL | 21,9 |
M5S | 17,9 |
IDV | 7,5 |
UDC | 6 |
SEL | 5,9 |
LEGA NORD | 4,6 |
FDS | 2,3 |
FLI | 2,3 |
LA DESTRA | 1,8 |
ALTRI | 4,4 |
Le maggiori preoccupazioni sembrano riguardare sopratutto il centro-sinistra che, secondo molti sondaggi potrebbe vincere le prossime elezioni. In particolare due elementi sembrano giocare contro la coalizione dei progressisti: la riduzione del gap tra Pd e Pdl e il rischio di un accordo tra Pdl e Udc su una legge elettorale a svantaggio del partito di Bersani.
[ad]Inoltre l’incertezza sulle alleanze, le primarie e il sostegno al governo Monti sono elementi “di contesto” in grado di minare le certezze di vittoria del gruppo dirigente del centro-sinistra.
Per quanto riguarda gli altri partiti, rispetto a Giugno, non registriamo significativi cambiamenti: L’Idv risulta essere il primo partito alla “sinistra del Pd”, mentre il Movimento di Beppe Grillo rimane vicino al 18%.
Il M5S, secondo il sondaggio Ipsos non sembra quindi scontare, in termini di consensi, la polemica tra Favia e Grillo (e Casaleggio). Nonostante tutto è presto per misurare un tale effetto; le polemiche sono certamente destinate a continuare anche perché i media non abbasseranno di certo i riflettori sui problemi di democrazia interna al movimento. Da osservatori non possiamo fare a meno di dire che, in altri articoli, avevamo sottolineato il rischio di una crisi democratica interna al movimento e sopratutto del pericolo di affrontare questi problemi (comune a tutti le organizzazioni, movimenti e partiti) senza percorsi definiti e organi predisposti affidandosi, magari, a polemiche sul web e a fatwe più o meno velate lanciate contro rappresentanti e militanti locali.
Un’ultima riflessione riguarda la costruzione delle alleanze che sembra ancora un argomento oscuro. Anche nelle ultime settimane politici e commentatori hanno affrontato il tema della legge elettorale e quindi della costruzione delle alleanze; l’ex premier D’Alema, ad esempio, è convinto che, in tutte il mondo, le alleanze tra i partiti si costruiscano dopo il voto e non prima. Teoria singolare, che ha avuto storicamente l’unico effetto di trascinare l’Italia nel limbo dei governicchi.