L’intervista/Rothenberg: “Presidenziali in bilico, decisivi i confronti tv”

Pubblicato il 12 Settembre 2012 alle 18:21 Autore: Daniele Curcio
Rothenberg

Quale sarà il tema dominante di questi ultimi mesi di campagna elettorale? L’economia, come sembrano credere i repubblicani; Medicare come vorrebbe Obama oppure Obamacare, anche alla luce della recente decisione della Corte Suprema in merito?

Non v’è alcun dubbio, questa elezione si giocherà su economia e disoccupazione. Avranno un ruolo anche i dibattiti sulla personalità dei singoli candidati, la loro capacità di connettersi con “main street” (e Romney in questo parte sfavorito ndr) e le loro capacità di leadership. La riforma sanitaria è oramai relegata a argomento secondario. 

Sono in pochi, soprattutto in Europa, a sapere che l’ufficio del presidente degli Stati Uniti è “azzoppato” qualora in Congresso, e soprattutto al Senato, non vi sia una maggioranza dello “stesso colore”. Dopo aver conquistato la Camera ma aver fallito nel loro “assalto” al Senato, anche a causa di alcuni candidate impresentabili scelti durante il processo delle primarie, riusciranno i repubblicani a riconquistare anche la Camera Alta? E quale sarà invece l’effetto dei candidati dei Tea Party? Saranno un’altra volta loro a rovinare le ambizioni del partito che già nel 2010 dovette “subire” la scelta della base che incoronò candidati improbabili come McDonnell, Buck e Angle? Ed infine, quale è la sua opinione sui recenti sviluppi delle elezioni in Missouri e sui commenti di Todd Akin sullo “stupor legittimo”?

[ad]La battaglia per il Senato è ancora più indecisa di quella per la Presidenza. L’unica certezza è che nessun partito è favorite per la vittoria finale, che potrebbe andare a uno piuttosto che all’altro. Le sfide chiave per il controllo della camera Alta si giocheranno in Virginia, Nevada, North Dakota e Wisconsin. Se proprio dobbiamo individuare un “leggerissimo favorite” direi i democratici, ma molto dipenderà su quanti voti otterranno Obama e Romney in questi stati (è difficile, e sempre più raro, che un elettore voti Democratico per la Presidenza e Repubblicano per il Senato, o viceversa ndr). Per quanto riguarda le single sfide: è vero, i repubblicani stanno nominando candidati sempre più conservatori e vicini al Tea Party ma, a differenza del 2010, a questo turno vinceranno quasi tutti. Deb Fischer è certa della vittoria in Nebraska. Richard Mourdock non è il candidato ideale per nessuno, ma dovrebbe vincere in Indiana. Per quanto riguarda Todd Akin invece: è un disastro per I repubblicani. E’ riuscito a tramutare una vittoria certa in una probabile sconfitta. 

Parlando della Camera invece: Nancy Pelosi sostiene che i democratici abbiano il 50% di possibilità di riconquistarla. Lei è d’accordo con questa previsione o ritiene invece che John Boehner verrà confermato presidente a Gennaio? Per quanto riguarda il “gerrymandering” invece, chi ha vinto?

Il “redistricting” è stato un pareggio. Gli effort dei due partiti si sono annullati a vicenda e, secondo me, questa è una buona notizia per I Democratici che temevano conseguenze ben più gravi. Non sono tuttavia d’accordo con Nancy Pelosi: la battaglia per la Camera non è un “toss-up”. I Democratici potrebbero riconquistare qualche seggio, ma non si avvicineranno nemmeno ai 25 di cui hanno bisogno per controllarla. A meno di scandali di una certa portata, i repubblicani, e il loro leader John Boehner, manterranno la maggioranza. 

Un’ultima domanda. Come durante tutti i cicli elettorali, assistiamo a numerosi sondaggi da parte di altrettanto numerosi istituti. I sostenitori dei vari schieramenti si accusano a vicenda di influenzare i risultati e alcune “case” non sono ritenute dall’opinione pubblica poi così affidabili. Quale è la sua opinione in merito?

E’ vero, ci sono case sondaggistiche meno affidabili di altre. Ma molto si basa su opinioni personali. Per quanto riguarda le migliori, a mio parere, si dovrebbe guardare alla NBC News/Wall Street Journal oppure al Washington Post/ABC News. Per chiudere: nessun sondaggio può essere preciso al 100% perché I risultati di ogni singola elezione dipenderanno da chi si presenterà a votare, ed è impossibile prevederlo con certezza. Esistono poi diversi modi per “valutare” i dati raccolti, ma anche qui, non diamo fiato a polemiche …. Godiamoci queste elezioni che, sotto tutti gli aspetti, sono un vero “toss-up”. 

L'autore: Daniele Curcio

Studente in Economia e Business Internazionale alla Università Bocconi di Milano, è appassionato di politica Americana sin da giovane. Durante i suoi numerosi viaggi negli Stati Uniti ha avuto modo di approfondire i suoi studi nel settore. Consigliere di Municipio nel Comune di Brescia dal 2008. Caporedattore della sezione Esteri di Termometro Politico, sezione americhe e english version
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