Energia, il Mezzogiorno è il motore produttivo.
È uno scenario a luci ed ombre quello che emerge dal nuovo rapporto Terna sul dettaglio dell’energia elettrica prodotta e consumata dal Paese nel corso del 2011, pubblicato nella sezione dei dati statistici.
Tali dati consentono di individuare e valutare il comportamento a livello regionale sul delicatissimo tema energetico, soprattutto in termini di autosufficienza – quindi aspetto economico – e di diffusione e utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili – quindi tema ecologico.
A questo link è disponibile la serie storica dei dati a partire dall’anno 1997, il primo per cui Terna ha pubblicato questa tipologia di report.
Fabbisogno energetico percentuale 1997 – 2012 (Italia e macroregioni) |
[ad]Come emerge in maniera piuttosto chiara dal grafico, l’Italia è un Paese importatore di energia, con un consumo che eccede di circa il 15% la produzione, un dato sostanzialmente in linea con la serie storica.
È tuttavia evidente come il valore nazionale sia ottenuto attraverso la fusione si situazioni regionali – e macroregionali – estremamente diverse tra loro e soprattutto con tratti evolutivi decisamente marcati, che mostrano andamenti piuttosto variabili nel tempo.
- Il nord-ovest negli anni ’90 era di gran lunga l’area con il passivo peggiore, conun fabbisogno energetico di una volta e mezza la produzione. A partire dal 2004 la situazione è tuttavia mutata radicalmente avviando un processo di drastico calo del deficit energetico che ha portato la zona ad assestarsi intorno ad un debito energetico del 22%. Il risultato del 2011, pur in miglioramento rispetto all’anno precedente, non è tuttavia tra i migliori degli ultimi anni.
- Il nord-est del Paese, pur non essendo l’area a con il peggiore deficit, è comunque l’area più critica, in quanto mostra un trend di costante e sensibile peggioramento solo confermato dal pessimo valore del 2011, il peggiore della serie storica.
- Il centro, fino al 2003 una zona in sostanziale pareggio energetico, a partire dal 2004 ha visto una rapidissima degenerazione del proprio bilancio energetico che lo ha portato a toccare un picco negativo nel 2009, con inversione di tendenza nel 2010. Il dato 2011 prosegue sulla falsariga dell’anno precedente, lasciando intendere un trend positivo che dovrà tuttavia essere confermato dalle rilevazioni dei prossimi anni.
- Il sud, negli anni ’90 con un bilancio energetico fortemente negativo, ha avviato politiche energetiche in grado di renderlo la vera riserva di energia elettrica del Paese; nel 2011 per la prima volta il trend positivo pare tuttavia arrestarsi, e sarà interessante capire se si tratta di un’inversione di tendenza oppure di un assestamento temporaneo.
- Le isole sono l’area sostanzialmente più stabile, in un netto e consolidato attivo dell’ordine dei 5 punti percentuale. Il dato del 2011 non spicca a livello assoluto, ma si situa all’interno di un percorso di progressivo miglioramento che si protrae ormai dal 2008 e si tratta in ogni caso del valore più elevato dal 2005.
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