Bulgaria, stazione Europa. L’euro e la metropolitana di Sofia.
Todor Živkov era ancora alla guida della Bulgaria quando, nel 1981, fu presentato e annunciato il progetto per la costruzione della linea della metropolitana di Sofia. Gli anni appena precedenti al crollo del regime comunista bulgaro, densi di episodi di corruzione, costrinsero il leader comunista a controbilanciare gli scandali attraverso frequenti tentativi di modernizzazione politica, economica e sociale del paese; il progetto della seconda linea della metropolitana fu uno di quelli, ma il marxista di Pravec non ne vide mai la luce.
Il Primo ministro bulgaro ha inoltre aggiunto che il governo del paese si aspetta dalla Comunità Europea nuovi aiuti per l’estensione della metropolitana fino all’aeroporto; il governo non intende arrestare la corsa al consenso politico che ultimamente sta ricevendo sempre più conferme dai rappresentanti delle istituzioni europee. Nonostante ciò, le polemiche sull’opera non mancano e arrivano direttamente dalla capitale dove un cittadino, Dimitar Dimitrov, si è fatto promotore di un’importante iniziativa che ha raccolto a Sofia sempre più adepti e che porta il nome di “Metro for Citizens”. Secondo Dimitrov il trasporto sulla linea 2 della metropolitana di Sofia dovrebbe essere gratuito, in quanto le entrate sono esigue rispetto al budget impiegato per la realizzazione dell’opera. Dimitrov sostiene che il numero delle stazioni costruite sulla nuova linea non sia sufficiente a coprire i collegamenti importanti della città, da cui alcuni quartieri popolosi sono rimasti esclusi e che molte fermate siano inutili.
Sempre secondo il parere del comitato cittadino, le stazioni della metro sarebbero state costruite ad una distanza troppo breve tra loro, e per questo motivo i treni non riuscirebbero a prendere velocità. Dimitrov accusa il governo di aver fatto come al solito l’interesse dei costruttori e non dei cittadini, e rimprovera all’Unione Europea quella sorta di miopia che non riesce a far luce sui reali problemi del paese.
Nonostante le parole di Barroso, e il forte desiderio di sottolineare quanto l’UE stia contribuendo notevolmente al miglioramento delle condizioni di vita in Bulgaria, l’economia del paese è in forte difficoltà e nelle ultime settimane ha definitivamente rimandato a data da destinarsi la sua intenzione di adottare l’euro. Gli slanci ottimisti inizialmente espressi dal governo, sono stati ridimensionati dal premier stesso e dal Ministro dell’Economia Djankov, convinto che la Bulgaria non trarrebbe alcun beneficio nell’adottare la moneta europea, ma al contrario dovrebbe affrontare una lunga serie di costi senza un vero vantaggio.
(per continuare la lettura cliccare su “2”)