Giornata dedicata alla esplorazione del mondo studentesco: e se in Italia capita di leggere aggiornamenti del tipo «Matteo Renzi gode di crescente popolarità nel mondo giovanile» oppure «è under-trenta la base del M5S», in Repubblica Ceca i coetanei si dividerebbero tra i pirati locali del Česká pirátská strana, i centristi di governo del Top09 e la destra estrema del Dělnická strana/Dělnická strana sociální spravedlnosti. Ovvero tra una neonata formazione politica uscita dalla prima tornata elettorale della propria storia con un convincente 0.8 dei consensi, un movimento di governo di centrodestra liberale gestito dal perenne ministro degli esteri Karel Schwarzenberg, più una formazione della destra extra-parlamentare da molti tacciata di eccessiva vicinanza e ripetuti flirt con l’universo neonazi. Questi eterogenei liceali.
[ad]L’agenzia-stampa České Noviny e l’associazione praghese PIN – People in Need forniscono dati specifici: i pirati raccoglierebbero circa il venti percento delle preferenze, seguiti dal quindici del Top09, cui segue il DSSS con più del dieci. Fuori dal podio il principale partito di centro-destra Ods (primo per peso politico nell’attuale governo, sebbene tramortito da migliaia di scandali e dissidi) con l’otto più, attorno al cinque, i socialdemocratici. Comunisti del KSČM e verdi tra il 4 e 4.5. Al netto delle inevitabili differenze interne: maggiori consensi per il DSSS nella regione di Ústí nad Labem -zona occidentale del paese al confine con i Länder dell’Est tedesco, altra fetta di mondo nella quale simili gruppi vanno forte- mentre la capitale propenderebbe per il moderato ed europeista Top09. Totale dei ragazzi interpellati: più o meno ventiduemila divisi tra centosettanta scuole superiori sparse in tutta la nazione.
Un risultato allarmante e sorprendente, a detta della organizzatrice del sondaggio: allarmante perché diffuse simpatie verso pirati e destra estrema -con le dovute specifiche- è dato ad indicare una qualche forma di allontanamento e sfiducia dal sistema standard della politica locale (che, serve ricordarlo, in Repubblica Ceca non brilla per stabilità e capacità di raccogliere simpatie diffuse) senza contare il contrasto (soprendente?) tra questo scenario e le proiezioni sull’intento di voto della intera popolazione, le quali riportano un vantaggio del centrosinistra percepito come credibile alternativa all’attuale esecutivo conservatore, e poche speranze per la destra estrema di finire in parlamento.
Tuttavia ulteriore specifica per non sottovalutare i numeri del PIN: dalla ultima rilevazione che l’istituto ha proposto circa due anni fa emergeva quanto i partiti maggiormente popolari sarebbero stati l’Ods, Top09 e il Věci veřejné. Trittico finito nel breve volgere di qualche mese al governo, anche se in fragile coalizione viste le sempreverdi capacità dei socialdemocratici di raccogliere seggi e mantenere una solida base nonostante cambi al vertice e numerosi passi falsi. Andante già ripetuto altre volte: forse numeri che non si tramuteranno in effettivi scossoni politici ma utili per tenere costantemente gli occhi aperti.
Forse numeri impossibili da ripetere nella totalità del corpo elettorale ma indicativi di una base -tra l’altro piuttosto importante: i famosi giovani- che sembrerebbe orientarsi per buona parte verso posizioni nette ed esterne al consolidato schema di alternanza conservatrice e socialdemocratica Ods–ČSSD (più sporadici satelliti al rimorchio) che ha segnato il primo ventennio di storia ceca. Niente non segnalato già altrove. Però interessante in una nazione ad oggi piuttosto esente da particolari fascinazioni per gli estremismi.
di Gabriele Merlini