Giornata campale in Regione Lazio, con la minaccia di dimissioni della Presidente Renata Polverini, date ieri per certe da Francesco Storace de La Destra. E’ convocato per oggi alle 16 il consiglio straordinario della Regione, e gli esiti sono incerti.
La vicenda nasce dalle indagini della magistratura sull’utilizzo scorretto dei fondi del gruppo Pdl nel consiglio regionale laziale, fondi transitati sul conto corrente dell’ex-capogruppo Fiorito e usati per spese che con l’attività politica c’entrano ben poco. “Rubagalline, ladri e mascalzoni” che lo stesso segretario Alfano ha annunciato di considerare già fuori dal PdL, prima che intervenga la magistratura.
[ad]Ora, mentre Franco Fiorito getta ombre su gran parte dei suoi ex sodali (dal Presidente dell’Assemblea regionale Abbruzzese, all’ex ministro Giorgia Meloni), dall’ex sindacalista parte la richiesta di epurazione per tutti i vertici regionali, pena le dimissioni e quindi la fine della legislatura.
Renata Polverini vorrebbe infatti che anche il successore di Fiorito, Francesco Battistoni, colui il quale ha aperto il vaso di Pandora dei fondi consiliari, fosse dimissionato, ma il Pdl ha fino ad ora fatto quadrato attorno alla sua posizione: la richiesta infatti violerebbe, secondo i sostenitori di Battistoni, l’autonomia del gruppo nei confronti della Presidente regionale. Per questo si sono susseguiti nel fine settimana ed in mattinata telefonate ed incontri tra vertici Pdl, pontieri e la stessa Renata Polverini, preoccupata soprattutto di ottenere il via libera del Consiglio regionale ad un piano di tagli ai costi della politica che dovrebbe superare di molto quello da 10 milioni di euro proposto dal Presidente dell’Assemblea Abbruzzese (un altro degli epurandi), e che si annuncia di difficile approvazione: proprio le rimostranze dei consiglieri Pdl sul nome del capogruppo testimonierebbe, per la Polverini, l’inaffidabilità del gruppo stesso.
In mattinata la decisione del gruppo di firmare (in ordine alfabetico, senza quindi indicare gerarchie) un documento in cui si appoggia il Presidente nella sua intenzione di tagliare i costi della politica, e di affidare il discorso alla più giovane pidiellina, Chiara Colosimo. Del malumore circola comunque negli ambienti ex-forzisti, anche in considerazione dell’eventualità che – in caso di dimissioni – la Presidente Polverini possa rilanciarsi in una dimensione nazionale tra le fila dell’UdC.
I tagli dovrebbero comportare il ridimensionamento della giunta (da 14 a 10 gli assessori), la riduzione dei membri delle commissioni e i tagli corposi a stipendi e fondi ai gruppi.