Le difficoltà economiche della Sicilia: di chi è la colpa?

Pubblicato il 22 Settembre 2012 alle 12:21 Autore: Andrea Iurato

[ad]Ma in Sicilia questo non può essere la colpa di tutto: la mafia che ha impoverito e continua ad impoverire la regione, attraverso gare d’appalto pilotate,cemento depotenziato, pizzo , tangenti e insicurezza, è il vero punctum dolens dell’Isola senza il quale tutti gli altri punti non esisterebbero. Non è un caso che il voto di scambio politico-mafioso viene punito dal nostro codice penale, come non è strano che il concorso esterno in associazione mafiosa sia stato creato per cercare di porre un freno a coloro che, rivestendo una posizione di preminenza elettorale o politico-sociale, sfruttano l’organizzazione mafiosa come bacino di soldi e di voti. Un altro dato che appare quantomeno strano è quello in riferimento all’evasione fiscale: lo 0,8% è un dato che ben si sposa con la percentuale, altissima, di evasione fiscale siciliana. E’ ovvio che se in Sicilia si pagassero più tasse si avrebbero più servizi ma, secondo molti siciliani c’è l’ovvia paura che le tasse, ed in genere i soldi pubblici, vengano presi dai politici per se stessi. D’altronde se uniamo il 37,2% al 23% di coloro che imputano la colpa della povertà alla corruzione, otteniamo un enorme 60,2% che pensa che la politica sia solo casta e sfruttamento di posizioni di potere.
In questo clima di difficoltà e di apprensione, i candidati alla presidenza della Regione devono fare molta attenzione: governare non è mai facile, governare la Sicilia non è facile, ma governare una Sicilia che ha questa visione della politica risulterà quasi un’utopia. Chiunque vincerà dovrà riuscire ad invertire il trend, rendendo l’amministrazione un vero e proprio palazzo di vetro, riducendo gli sprechi, le società partecipate, i corsi di formazione, valorizzando un enorme patrimonio sociale e artistico-culturale secondo a nessuno e permettendo ai giovani di restare in Sicilia non con l’assistenzialismo, ma con misure e pacchetti che li mettano allo stesso livello dei loro coetanei di tutta Europa.

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