Sondaggio Emg: aumenta l’affluenza ma non per tutti è una buona notizia
Il sondaggio di questa settimana, realizzato da Emg e pubblicato da La7 ci offre un immagine diversa da quella degli ultimi mesi.
LISTE | % |
SEL | 6,4 |
PSI | 1,4 |
PD | 26,5 |
API | 0,3 |
UDC | 7,1 |
FLI | 2,1 |
PLI | 0,6 |
MPA | 0,7 |
GRANDE SUD | 0,6 |
PDL | 20,7 |
LEGA NORD | 5 |
LA DESTRA | 2 |
M5S | 13,4 |
IDV | 5,8 |
FDS | 2,1 |
VERDI | 1,2 |
RADICALI | 0,6 |
SVP | 0,5 |
Altri | 3 |
Area non voto | 31,7 |
Partendo dal basso, notiamo come l’area del non voto appare ridotta rispetto alle rilevazioni degli ultimi due anni. Un aumento dell’affluenza che quindi rivela un ritrovato interesse, dei cittadini-elettori, nei confronti dei partiti sopratutto quelli tradizionali.
[ad]I due partiti maggiori sembrano stare leggermente meglio rispetto al periodo pre-estivo: il Pd, probabilmente spinto dalla competizione per le primarie, si riavvicina a quel 27% raggiunto poco dopo la caduta di Berlusconi. Anche il partito del Cavaliere non sembra più impantanato come nel periodo successivo all’ultima tornata elettorale e ormai la “quota di sicurezza” del 20% non sembra più a rischio.
Bene anche i “possibili alleati” che confermano le stime precedenti o guadagnano qualcosa come nel caso della Lega, mentre i partiti minori come Fli e la Fed fanno registrare un consenso davvero basso e confermano la propria marginalità politica e non solo elettorale visto la scarsa copertura di cui godono Fini e Ferrero negli ultimi mesi (nel caso di Ferrero negli ultimi anni).
Continua a perdere consensi Grillo e il suo Movimento. Un arretramento ancora più significativo se si considera la crescita dell’ affluenza al voto. Difficile definire questo calo strutturale e fornire spiegazioni valide: probabilmente la diminuzione dell’astensione e la leggera ripresa dei partiti tradizionali può essere letta come una “chiamata alle armi” delle proprie truppe in vista dell’ appuntamento elettorale. Questa spiegazione aiuta a comprendere il mancato incremento di consensi del MS5 ma non spiega la perdita di appeal del comico genovese. Forse il caso Favia, la fibrillazione in vista della preparazione delle liste e l’ombra costante di Casaleggio stanno rendendo fragile il progetto dei grillini. E’ comunque troppo presto per tirare delle conclusioni anche se una riflessione generale andrebbe fatta e riguarda il web e la politica. Un partito come quello di Grillo ha senz’altro introdotto un nuovo modo di fare politica che usa il web come uno straordinario strumento di condivisione, discussione e azione politica. Nonostante tutto però, questa macchina nuova si è inceppata su questioni vecchie come l’uomo ossia l’eccessivo leaderismo e il difficile rapporto tra “centro” (del movimento) e territorio (del movimento). E’ chiaro che i sociale network e la rete in generale rappresentano un percorso irreversibile ma le sensazione è che questi strumenti, nel rinnovare la politica, rappresentino una condizione necessaria ma non sufficiente.