Pablo Escobar, el patron del mal

Pubblicato il 26 Ottobre 2012 alle 19:46 Autore: L Undici
Il vero Pablo Escobar a sinistra e l’attore Andrés Parra a destra

[ad]Volendo fare un paragone, sarebbe come se in Italia venisse trasmessa una serie che raccontasse tutto quanto accadde negli anni cruciali dall’inizio di Mani Pulite (febbraio 1992) alle prime elezioni vinte da Berlusconi nella primavera del 1994, con attori che impersonano tutti i personaggi principali: Di Pietro, Craxi, Totò Riina, Falcone, Borsellino, Ciancimino, Occhetto, Berlusconi, Scalfaro, ecc.

Escobar nacque nel 1949 in una città vicina a Medellin da una famiglia modesta, ma non poverissima. Frequentò regolarmente la scuola (dove cominciò a fare affari vendendo ai compagni il testo dei compiti in classe rubati nella sala professori), ma comprese ben presto che le vie legali non gli avrebbero consentito di raggiungere l’obiettivo della sua vita: diventare immensamente ricco.

Iniziò con il contrabbando di sigarette e liquori, per passare poi al furto di auto, al traffico di marijuana e alle rapine. Fu fedele ad alcuni principi sin dal principio della sua carriera criminale: due erano le cose importanti: i soldi e la famiglia. In nome di queste priorità, esistevano solo due maniere per risolvere le questioni o rimuovere ostacoli: “Plomo o plata” (piombo o soldi). O ti fai corrompere ed accetti i miei soldi o ti faccio fuori, anzi faccio fuori la tua famiglia che – in Colombia come in Italia – è sacra e piú importante della propria vita. Vedi frase iniziale dell’articolo…

Pablo-Escobar-prigione

Una foto di Escobar giovane ed ancora senza baffi appena arrestato per traffico di cocaina a Medellin (Colombia). Uscirà presto dal carcere…

Ma il punto di svolta é la scoperta che in Colombia e dintorni era disponibile in gran quantità ed a basso prezzo un bene per il quale, qualche centinaio di chilometri più a nord (negli USA), viveva gente disposta a pagare un prezzo enormemente più alto: la cocaina.

In pochi anni, Escobar organizza con estrema efficienza la produzione e la spedizione di tonnellate di cocaina dalla Colombia agli Stati Uniti. Ad arricchirlo in maniera spropositata fu dunque una miscela di fattori: la sua capacità organizzativa e di leadership, la sua spietatezza, ma anche i milioni di consumatori statunitensi (di cocaina…) ed il parossistico proibizionismo che faceva (e fa) lievitare i prezzi della coca. “Todo lo peligroso se convierte en plata” è una delle frasi di Escobar: “Tutto ciò che è pericoloso diventa soldi”.

Sono anni di gloria per Escobar che – nonostante abbia già commesso ogni tipo di efferatezza – viene paragonato a Robin Hood ed è amato nei quartieri più poveri di Medellin. Al contrario dei classici mafiosi italiani, Escobar non si nasconde, né conduce vite da contadino. Tutt’altro: nella sua “villa” di campagna (ribattezzata: “Hacienda Napoles”) invita giornalisti, personalità, attrici, fa costruire un aeroporto ed allestisce uno zoo con circa 1.900 specie di animali tra cui giraffe, rinoceronti, ippopotami, ecc. che fa venire appositamente dall’Africa.

Tuttavia, fino al 1982, Pablo Escobar è ancora un personaggio semi sconosciuto in Colombia. La sua notorietà ed i problemi gravi, per lui e la Colombia, cominciano quando comprende che esiste qualcosa di meglio della “plata”: il potere politico. E decide di “scendere in campo”. Il suo proposito non è solo quello di farsi leggi “ad personam” che lo liberino dai peraltro timidissimi tentativi della giustizia di perseguirlo, ma anche quello di costruirsi una rispettabilità in quanto imprenditore, politico e cittadino.

(per continuare la lettura cliccare su “3”)

L'autore: L Undici

L'Undici: rivista libera ed indipendente; pubblica articoli originali senza obbedire ad alcuna logica economica, disegno politico o urgenza di attualità. L’Undici propone la massima chiarezza senza perdere la minima complessità.
Tutti gli articoli di L Undici →