Pablo Escobar, el patron del mal

Pubblicato il 26 Ottobre 2012 alle 19:46 Autore: L Undici
Il vero Pablo Escobar a sinistra e l’attore Andrés Parra a destra

Si finanzia la campagna elettorale, fa costruire a spese sue case per i poveri della sua città (che lo votano in massa) e riesce a farsi eleggere in Parlamento. Presto però si scopre chi è questo strano signore venuto dal nulla e soprattutto si scopre l’origine della sua ricchezza. Una parte della politica, della stampa e dell’opinione pubblica reagisce e non ci sta. Si scatena una battaglia politica e mediatica contro di lui ed Escobar è costretto a dimettersi.

[ad]Da questo momento in poi, ha inizio una guerra sempre più dura e sanguinaria tra Escobar e una parte dello Stato e della società colombiana, a cui il narcotrafficante non perdonerà mai di non avergli permesso di diventare un politico ed una persona rispettabile. Non solo é costretto a lasciare il Parlamento, ma i suoi figli non sono accettati nelle scuole piú prestigiose e la sua famiglia rifiutata nei club piú eleganti del Paese. Di fronte ad ogni atto che giudica un sopruso nei confronti della sua persona, Escobar estrae un’agendina che porta sempre nel taschino della camicia e come un puntiglioso ragioniere, appunta un nome. Chi finisce su quell’agendina, finisce inevitabilmente morto: giornalisti, politici, giudici, semplici cittadini, uccisi uno dopo l’altro in un escalation terribile e senza limiti. La morte come strumento di potere e difesa.

La serie televisiva descrive con estrema chiarezza tutte le manovre “politiche” di Escobar: corruzione di parlamentari e poliziotti, infiltrazioni in ogni settore delle istituzioni, minacce, ammazzamenti, scambi di favori, trattative con pezzi dello Stato, ecc. ecc. Vengono svelati tantissimi retroscena assai istruttivi su come la politica e le istituzioni in generale si muovono e comportano.

 

Pablo Escoabar: comizio politico

Escobar durante un comizio politico nei primi anni ’80

Tuttavia la vicenda e la persona di Escobar costituiscono un unicum. La sua personalità megalomane (si considerava la seconda persona più importante al mondo dopo il Papa), aggressiva e priva del senso della vergogna, lo condurrà a non accettare alcun tipo di sconfitta, neanche nelle gare automobilistiche e – come un bambino capriccioso – a volersi vendicare di chiunque non volesse piegarsi al suo carisma. Di persone così, è pieno il mondo. Il grave è quando si ritrovano ad avere a disposizione immense quantità di denaro, appoggio sociale e potere

Nonostante tra i produttori e curatori del programma ci sia il figlio di un giornalista e la nipote di un politico assassinati da Escobar (rispettivamente Guillermo Cano e Luis Galan) e sia trasmessa da un canale televisivo dello stesso gruppo editoriale del giornale (“El Espectador”) che più di ogni altro combatté Escobar (che ne fece saltare in aria la sede), la serie è stata accusata di offrire un’immagine troppo indulgente del narcotrafficante. Che – secondo le critiche – risulterebbe in fondo simpatico e guascone, una specie di Doctor House, cattivo e cinico, ma in fondo amato dagli spettatori.

In realtà, il successo dello sceneggiato è tale e talmente inaspettato da avere suscitato invidie e reazioni da ogni parte: a criticarla sono spesso i gruppi editoriali avversari, incapaci di contrastare un fenomeno televisivo cosí dirompente. Anche la sorella di Escobar e alcuni sicari del “patron” hanno chiesto (inutilmente) il ritiro della serie perché – a loro dire – danneggiava la loro immagine. Infine, la sceneggiatura ha il merito di rappresentare senza veli ogni aspetto della vicenda, compresa la vita familiare e con gli amici. Si vede perciò un Escobar affettuoso con la moglie e i figli o scorrazzando in moto felice con gli amici per la campagna. Il punto é che anche i peggiori malvagi amano, si divertono e scherzano. Anche Hitler era dolce con il proprio cane e fu amato fino alla morte da Eva Braun (e non solo). In una visione semplicistica e quindi rassicurante del mondo, vorremmo invece che i “cattivi” fossero sempre tali in ogni minuto della loro esistenza, perché questo significherebbe che il “male” è solo loro prerogativa…

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L'autore: L Undici

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