Concordo con nonunacosaseria:
Se domani scoppia uno scandalo in un Comune importante come Milano o Roma o Torino o Genova e si scopre che i consiglieri comunali gonfiano le note spese e gli assessori invece di destinare soldi ai servizi sociali spendono in allegre festicciole, allora bisognerà riformare i Comuni, accorparli o addirittura abolirli?
Che modo stupido di ragionare abbiamo, da qualche tempo.
Prima erano i partiti, da abolire, perché i politici eran tutti ladri.
Poi siamo passati alle istituzioni: signora mia, le Province… che enti inutili!
Ora il dibattito si sta spostando sulle Regioni. E non perché si è rilevato in modo analitico e oggettivo che sono enti da riformare, ma soltanto perché in alcune di esse vengono – o verrebbero – sprecati soldi pubblici. Come se non fossero le persone a sbagliare o ad approfittare delle situazioni. L’occasione fa l’uomo ladro, si dice: e noi, invece di limitarci a punire l’uomo che diventa ladro, ce la prendiamo con l’occasione. E’ più facile ed è anche più semplice darci l’assoluzione da soli.
e con Vittorio Zucconi:
Se la lettera di Lavitola – quello che viaggiava a spese nostre con Berlusconi nelle viste ufficiali all’estero, ricordate – è autentica, ed è lecito avere dubbi perché anche i pataccari possono essere vittime di patacche, gli storici futuri del periodo Berlusconiano non dovranno fare altro che leggerla,
per capire come funzionavano la corte (insisto, preferisco parlare di “corti” e non di “caste”) e il mondo di un magliaro che ha vinto due elezioni, ha governato l’Italia per un decennio, ora vorrebbe tornare a governarla e riceve l’appoggio di un elettore italiano su cinque. C’è tutto lì, compresa la sensazionale ignoranza di un uomo che si fregiava dal titolo di “direttore” di un giornale e scrive “d’avvero”, “pressi” (anziché “presi”), “le somme che non voglio essere restituito”, “elliminato”, “Servizzi”, “piaque” ecc ecc. Naturalmente Berlusconi ha già sparato querele, dunque la considera autentica. Quando ci chiediamo come abbiamo fatto a ridurci nelle condizioni in cui siamo, perché la politica e la pubblica amministrazione siano imputriditi fino a decomporsi e immaginiamo le oscure trame dei sinistri banchieri per far del male all’Italia, rileggiamo questo “memoriale”. E ricordiamoci che siamo stati noi italiani a dare questi gangster il timone della nave, non i finanzieri della Goldman o gli insaziabili tedeschi.
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