Analisi Sondaggio Emg 01/10/12: Di Pietro non sorride più

Pubblicato il 1 Ottobre 2012 alle 20:54 Autore: Giuseppe Martelli

Analisi Sondaggio Emg 01/10/12: Di Pietro non sorride più

 

L’ultimo sondaggio di Emg pubblicato su La7 conferma alcuni trend e svela altre situazioni nuove.

 

LISTE %
SEL 5,8
PSI 1,3
PD 25,8
API 0,7
UDC 6,5
FLI 2,3
PLI 0,6
MPA 0,9
GRANDE SUD 0,7
PDL 19,3
LEGA NORD 5,7
LA DESTRA 2,3
M5S 16,7
IDV 4,5
FDS 2,3
VERDI 1,3
RADICALI 1,3
SVP 0,5
ALTRI 1,5
AREA NON VOTO 48,7

Prima di ogni altra considerazione riconosciamo la tendenza speculare di Pdl e M5S: infatti mentre il partito di Berlusconi, probabilmente sotto il colpo inchieste nel Lazio, continua a perdere consensi, Grillo e suoi (probabilmente per le stesse ragioni) continuano a crescere spinti in avanti da una ritrovata presenza mediatica del comico genovese e dallo stemperarsi delle polemiche interne.

[ad]Serve ancora del tempo e altre rilevazioni ma appare evidente che Grillo sta prendendo una buona rincorsa in vista delle prossime elezioni agevolato certo dalla poca lungimiranza del ceto politico, ma anche da un oggettivo vantaggio dovuto al fatto che il M5S ha poco da temere da qualsiasi riforma della legge elettorale, a differenza di tutti gli altri partiti.

Il Pd si conferma essere il primo partito ma a sinistra le cose non vanno benissimo. Sel si attesta sotto il 6% e la mossa di Vendola di sciogliere la riserva sulla propria candidatura alle primarie (domani l’annuncio) forse serve ha come vero scopo riportare il partito ad una quota vicina all’8% che renderebbe meno complicata la trattativa con i democratici.

Male invece l’Idv che dopo aver capitalizzato, in termini di consenso, il ruolo di oppositore a Monti si trova in difficoltà. Una difficoltà di natura politica più che elettorale perché Di Pietro sembra aver compreso che la strada per un accordo con Grillo è impervia e incerta e il ritorno ad una alleanza con i democratici rischia di apparire come un passo indietro.

Altissima ritorna ad essere l’astensione e questo rappresenta davvero la variabile imprevista nel senso che è difficile capire cosa accadrà quando una quota ragionevole di elettori, che per ora non si esprimono, torneranno ad essere disponibili sul mercato elettorale.

Possiamo solo dire che molto dipenderà dall’offerta partitica e da come si deciderà di tradurre i voti in seggi ossia dalla legge elettorale.