Nicola Zingaretti è la personificazione del dirigente di partito, con una lunga trafila negli organismi di partito e nelle istituzioni: segretario nazionale della giovanile e presidente dello Iusy (l’internazionale socialista dei giovani), consigliere comunale a Roma, segretario dei Ds romani, Parlamentare europeo, presidente di provincia. Un politico, in un certo senso, d’altri tempi: con un curriculum di molto inferiore al suo, altri sono delle celebrità nella politica nostrana. Lui, molto meno. Quasi niente.
Eppure, a Roma e dintorni, non si hanno dubbi: Campidoglio? C’è lui. Regione Lazio? Lui.
[ad]Sì, perché neanche tre mesi fa, il presidente della provincia di Roma aveva lanciato la sua sfida ad Alemanno candidandosi alle primarie del Pd per la poltrona di sindaco, richiamando a Trastevere una discreta folla per l’annuncio ufficiale e lanciando lo stesso giorno il progetto “Roma Partecipa” per scrivere un programma collettivo con la “società civile”. Poi si sa com’è andata, alla Pisana: caso Fiorito, dimissioni della Polverini e tutto da rifare. “Un’emergenza democratica”: così Zingaretti ha definito la situazione nella sua regione, un’emergenza alla quale si candida per porre rimedio. “C’è una domanda forte dei cittadini che vogliono rigore e sobrietà – ha proseguito – dobbiamo ricostruire e rendere visibile la buona politica altrimenti le spinte le danno altri”. E l’invito, rivolto alla Polverini, “di garantire al più presto il diritto dei cittadini di votare e decidere chi li deve governare”.
Proprio ieri era stato il segretario regionale Gasbarra a chiedere il mandato alla direzione regionale dei democratici di provare a costruire una coalizione forte di centrosinistra con Zingaretti candidato, cambiando così le carte in tavola per il Campidoglio. Un possibile ostacolo sarebbe stato rappresentato da eventuali dimissioni di Alemanno, che avrebbero aperto subito i giochi per il Campidoglio, ma il sindaco dell’Urbe ieri stesso ha fatto sapere tramite twitter che l’idea non l’aveva nemmeno sfiorato.
La candidatura di Zingaretti è stata accolta con soddisfazione dell’Idv, che proprio oggi lo avrà ospite alla sua festa regionale: pur non chiudendo la porta ad ulteriori personalità che si vogliano candidare, Zingaretti è per Di Pietro “una candidatura di qualità, che ci responsabilizza a trovare un punto di incontro”.
Al Campidoglio, allora, potrebbe essere candidato il ministro Riccardi, che ha tra l’altro dichiarato che fare il Sindaco di Roma sarebbe “una cosa bellissima”, ma ha lasciato intendere che per candidarsi aspetta un invito da parte di un segretario di partito. Bisogna conciliare queste richieste però con primarie già organizzate per il 20 gennaio, sulle quali i dirigenti locali non intendono transigere.